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Alice Legnano: «Il volontario parte attiva nella cura del paziente colto da Ictus»

Medici e radiologi dell'Ospedale di Legnano con i volontari hanno spiegato ai numerosi cittadini presenti nella sala Giare di VillaJucker, cos’è l’ictus cerebrale e quali sono le nuove frontiere di cura

 ALICe Legnano a villa Juker per la giornata mondiale della lotta contro l’ictus

Ogni minuto è prezioso. E quando si tratta di ictus lo scorrere delle lancette diventa ancor più fondamentale. Lo sanno bene gli specialisti in neurologia tornati con A.L.I.Ce. Legnano a ribadire quanto sia importante riconoscere tempestivamente i sintomi e chiamare il 118. Medici e radiologi dell’Ospedale di Legnano con i volontari, la sera di mercoledì 27 ottobre, hanno spiegato ai numerosi cittadini presenti nella sala Giare di VillaJucker, cos’è l’ictus cerebrale e quali sono le nuove frontiere di cura. In parole semplici, senza tecnicismi, i relatori invitati da Giacomo Falzi, presidente di A.L.I.Ce Legnano O.D.V. hanno chiarito ogni perplessità sul tema. A spiegare entrando nel dettaglio Alessandro Prelle alla guida della Neurologia dell’Asst Ovest Milanese e della Stroke Unit, ossia unità di cura dedicata al trattamento dell’ictus acuto sia ischemico che emorragico. Con lui Elena Bianchini, responsabile Neuroimaging unit, Camilla Micieli neuroradiologa interventista e Gennaro D’Anna neuroradiologo. Figure specializzate che risultano fondamentali per battere in tempo l’ictus.

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È stato un evento di formazione, riflessione e condivisione, organizzato in occasione della giornata mondiale dell’ictus (29 ottobre). Un convegno  voluto per chiudere il programma delle attività organizzate dall’associazione sul territorio: «Seppur la situazione sembri meno grave, il Covid continua a circolare – spiega Falzi -. Per questo abbiamo pensato di chiudere le nostre attività con questa serata accompagnata da un concorso fotografico realizzato con il Circolo Fotografico Famiglia Legnanese». Una occasione pensata per annunciare il nuovo importante traguardo, appena raggiunto. Le nuove Linee Guida su diagnosi e trattamento per prevenire l’ictus cerebrale del Ministero della Salute, sono state redatte anche in collaborazione con la Federazione A.L.I.Ce. Italia ODV (associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale). «Una novità assoluta – ha precisato il medico neurologo legnanese Maria Vittoria Calloni attuale vicepresidente di A.L.I.Ce Legnano -. È un passo molto importante poiché rappresenta il superamento di una visione, in cui il paziente veniva considerato oggetto di studio, mentre ora è diventato un soggetto attivo nelle decisioni di una buona pratica clinica. In questo modo, le Associazioni Pazienti possono incidere in modo determinante su ogni aspetto, dall’assistenza alla definizione di percorsi assistenziali, dalla tutela della qualità di vita alla valutazione dei servizi». Linee Guida per portare il punto di vista di pazienti. In quest’ottica il volontariato (paziente, oppure medico o specialista) diventa esperienza di solidarietà, pratica di sussidiarietà e formazione di cittadini responsabili.

Tra i pubblico il vicesindaco di Legnano, Anna Pavan e il presidente della Famiglia Legnanese, Gianfranco Bononi con il consigliere del Circolo Fotografico Famiglia Legnanese, Dario Ferrè. Ad intervenire anche il presidente di A.L.I.Ce Lombardia e A.L.I.Ce Milano, Franco Groppalli. Lui ha portato la sua testimonianza di “sopravvissuto” all’Ictus in un periodo in cui la tecnologia medica e i metodi di cura non erano così all’avanguardia. «La mia sfortuna è stata quella di esser stato colpito dall’ictus diversi anni fa e purtroppo non oggi – racconta Groppalli -. In due secondi la mia vita è cambiata…avevo 45 anni. Non ho sentito dolore, ma ho accusato i classici sintomi. Ho avuto la sensazione di trovarmi in una dimensione sconosciuta. Sono stato salvato, ho affrontato momenti tremendi. È arrivata anche la depressione. Pensavo che la mia vita fosse finita. Ma non era vero. Grazie al grande e fondamentale supporto di mia moglie e all’aiuto di uno psicologo, il quale mi ha fatto capire che potevo ancora lavorare, sono tornato a vivere. E poi l’incontro con A.L.I.Ce., realtà importante per il paziente impegnato ad affrontare il post ictus: bisogna capire che la vita è sempre e comunque bella».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 27 Ottobre 2022
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