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"FARE LEGNANO" SUL TEMA DELLA BIODIVERSITA'

20 Maggio 2010


Allarme! Nel polmone verde cittadino si aggirano dei killer, e nessuno li ferma. Eppure l'identikit del principale sospettato è noto. Pelame grigio, musetto simpatico, roditore… Chi sospetterebbe che i simpatici scoiattoli, gioia dei bambini che accorrono al Parco del Castello per nutrirli portando loro da casa prelibate cibarie siano degli spietati assassini?

La vittima è purtroppo il nostrano scoiattolo rosso, che soccombe al pericolo rappresentato dall'introduzione del parente Nordamericano. Le due razze non convivono e dove compare il più massiccio Scoiattolo grigio il rosso è destinato a scomparire dal suo habitat naturale. Nel confinante Piemonte è già realtà l'avvento del nuovo padrone dei rami, e la trasformazione della biodiversità correlata.

La questione è nota e la riproponiamo in quanto secondo i dati di un'indagine Eurobarometro*, solo il 38% degli europei e il 22% degli italiani conosce il significato del termine ''biodiversita''', mentre il 28% degli europei e il 32% degli italiani dichiara di aver già' sentito questa parola, ma non di conoscerne il significato.

Tutto questo avviene nel 2010 proclamato Anno Internazionale della Biodiversità.La nostra associazione ne porta il logo all'interno del proprio sito fin da quella data ma abbiamo scelto di parlarne ora in quanto il 22 maggio per quanto l'attenzione sarà calamitata dalla finale di Champions League è la Giornata mondiale dedicata ad essa e in contemporanea si apre la Conferenza nazionale per la tutela appunto della Biodiversità, ospitata nell’aula magna dell’università Sapienza di Roma.

Nel corso dell'incontro, verrà presentata la strategia nazionale per la tutela di questo valore, l’elaborazione di un piano mirato si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia che ha già ratificato la  Convenzione sulla diversità biologica.

Ma se questa è cronaca e rappresenta un progetto da applicare praticamente,pena il rimanere sulla carta di lodevoli iniziative, penso sia giusto ricordarci che preservare le varietà biologiche viventi nel proprio habitat, non è esercizio sterile in quanto è facilmente dimostrabile come sia redditizio anche per il portafoglio.

E' indubbio che noi specie’dominante’ homo sapiens abbiamo la capacità e la possibilità di influenzare l'ambiente in maniera profonda.Per quanto non manchino gli esempi dell'agire a volte in maniera del tutto irrazionale operato da singoli o governi,con buona pace della nostra presunta superiorità.

Per ricordare quanto possano essere devastanti gli interventi umani non supportati da una buona dose di rispetto per l'ambiente e raziocinio utilizziamo un esempio molto noto, che vede protagonisti il continente australiano di circa centocinquant'anni or sono e un altro simpatico animaletto, il coniglio.

Due anni prima che Vittorio Emanuele II proclamasse il Regno d'Italia dall'altra parte del mondo un signore giunto dall'Inghilterra con due dozzine di conigli si stabilisce nello stato di Victoria, dove gli ispiratori di Bugs Bunny inseriti in un habitat dove non trovano nemmeno un predatore e i coloni preferiscono la caccia al canguro, proliferano.

In una decina d'anni i conigli hanno invaso gli stati confinanti. Per farla breve il numero dei conigli aumenta a dismisura (Nel 1920 secondo alcune fonti erano oltre un miliardo, oggi ‘solo’ 300 milioni) e per quanto i mezzi nel corso degli anni per controllarne il numero abbia visto ricorrere il governo australiano nell'emulazione della grande muraglia creando reti di protezione lunghe 3000 km o affidandosi a ondate di guerra batteriologica con introduzione di vari tipi virus da allora non è cambiato granché, il problema è rimasto.

Oltre alla estinzione di una specie autoctona su otto, a causa dei danni provocati a vegetali cibo peculiare di alcuni animali e all'erosione del suolo sono incalcolabili i danni economici ma pare che negli ultimi 13 anni, la lotta nel solo tentativo di contenerne  il numero (sterminando una percentuale molto alta di popolazione dei lagomorfi) pare abbia contribuito ad evitare almeno 1 miliardo di dollari di danni.

Tornando al Bel Paese ci sono esempi molto evidenti e non tutti sono negativi,per quanto il rovescio della medaglia sia generalmente presente. Per noi Lombardi basta citare l'albero di gelso, tanto importante che sembra abbia contribuito al soprannome di Lodovico il Moro, la cui l'introduzione recente (XII sec.) dall'Asia trasformò non poco l'economia locale.

Secondo noi di Fare Legnano sarebbe errato sottovalutare considerando un “affare da scienziati’ o l'ennesimo ‘sfizio’ di una frangia di ambientalisti, la preservazione della biodiversità che dovrebbe avere una visibilità importante. In poche righe è impossibile descrivere i benefici economici della sua salvaguardia perché l'elenco è vastissimo pensiamo solo che alla base di un  farmaco di utilizzo quotidiano, come l’aspirina, vi è l’acido salicilico, elemento che deriva dalla corteccia del salice bianco (Salix alba).

E il 60% dei medicinali prodotti nei paesi industrializzati si ricava dalle piante, percentuale che sale all’80% nei paesi in via di sviluppo (fonti WWF) e molte specie di piante sono minacciate dall'eccessiva trasformazione dei propri habitat. Anche nella nostra regione le minacce sono molteplici e vanno a gravare su un equilibrio compromesso, una per tutte la recente legge sulla caccia in origine era una pietra tombale su alcune specie, ancor di più in Lombardia dove è noto che in molte aree ben poco se non nulla è rimasto da salvaguardare in relazione alla biodiversità.

In una fase di trasformazione della nostra zona che ha ormai perduto la vocazione industriale ma ne conserva gli strascichi ecologici, quando si legge nella stampa di progetti legati al territorio, al suo recupero o alla sua valorizzazione che coinvolgono enti e istituzioni, nei quali più volte poi viene menzionata l'Expo 2015 e le tematiche trattate da essa, ci sembra che manchi un punto fondamentale.

Dal nostro punto di vista dovrebbe essere prioritario porsi la domanda di come e quanto si possa salvaguardare per poi valorizzare l'aspetto legato alla biodiversità. Al momento questo aspetto non ci sembra affrontato coerentemente con quanto viene nella realtà praticato, sapranno le scelte politiche future farsi carico di questa esigenza?

Massimiliano Materazzi
Presidente Fare Legnano

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