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“Targa d’oro città di Legnano riservata agli Amatori, così non va!”

ciclismo

21 Aprile 2024

La Targa d’oro, corsa ciclistica della US Legnanese, per la prima volta è stata riservata alla categoria Master. Decisione che ha trovato la contrarietà di Roberto Ciapparelli, la cui passione per il ciclismo, insieme al fratello Fulvio, trova le radici in una famiglia che ha dato tanto a questo sport, complice papà Mirko, corridore in epoca giovanile e poi fondatore-presidente del GS Olmina. A sua volta, Roberto è stato attivo collaboratore della US Legnanese. Oggi si è “autopensionato”, ma il richiamo della passione e di un passato nemmeno tanto lontano è sempre forte

Buongiorno, direttore.
Nei giorni scorsi mi sono permesso, e io ritengo giustamente, di criticare via social su Facebook la decisione di fare correre la storica Targa d’oro Città di Legnano agli amatori.
Come ben lei sa, la gara sopra citata è sempre stata per la società Legnanese una fiore all’occhiello dopo la Bernocchi. Ho vissuto gli anni dei Presidenti Angelo Fedeli, Giovanni Grassini, Roberto Damiani, Mauro Mezzanzanica.  Con i primi due presidenti citati avevamo costruito insieme alla mia famiglia un’organizzazione tale che abbiamo riportato la Targa d’oro da gara regionale per juniores a nazionale per under 23 élite nel ricordo di mio padre Mirko. Un’avventura durata 10 anni dove a parte il primo anno i seguenti furono anni dove grandi atleti nazionali e stranieri venivano a correre sulle nostre strade, come non ricordare anche le Nazionali come Australia, Russia, Svizzera, Francese se non ricordo male anche Austriaca e per finire la nostra Italiana. Ecco questa era la Targa d’oro Città di Legnano, quella targa in lamina di vero oro e disegnata a mano.
Con il terzo Presidente citato abbiamo costruito con il Ds Maurizio Bertoli una settore giovanile esordienti e allievi dove in pochi anni hanno vinto di tutto e per la prima volta nella storia la Pino Cozzi storica gara della società. Tornando alla critica c’è qualcuno purtroppo che nell’ epoca dei selfie, e forse è per questo che si sente qualcuno, critica in questo modo, e ovviamente alle spalle nelle chat comuni la mia considerazione, “Attenzione che qui c’è una critica feroce da uno che conta molto nel mondo del ciclismo”.
Oltre ovviamente alla pochezza del personaggio che scrive questo, dispiace molto per la mancanza di rispetto alla mia famiglia. Mi spiace per il presidente Luca Roveda che si impegna per fare bene alla società ma da alcuni elementi deve stare attento.
Spero che pubblichi questo mio sfogo non tanto per me perché io al ciclismo ho dato molto ed ora mi sto rilassando vedendolo da fuori, ma per la mia famiglia.
Un saluto affettuoso
Roberto Ciapparelli

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