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Sindacati: «In ospedale la situazione è grave: lavoratori esausti e senza indennizzi Covid»

Cgil Cisl e Uil puntano il dito contro la Regione e l'Asst Ovest Milanese in quanto non è ancora stata data l'indennità straordinaria. «Dopo un anno i problemi nell'Asst non sono cambiati»

Cgil Addamo, Cisl Cirelli e Uil Bernardo

«Dopo un anno di emergenza sanitaria i problemi nell’Asst Ovest Milanese non sono cambiati, anzi si sono acutizzati e la Regione non aiuta a risolverli». Lo denunciano i rappresentanti delle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil che oggi, giovedì 1 aprile, hanno puntato il dito contro l’Asst e la Regione Lombardia, segnalando il disagio provato da numerosi dipendenti dell’Ospedale di Legnano. Lavoratori che, oltre alla stanchezza fisica e mentale accumulata in questi mesi di pandemia, non hanno ancora ricevuto l’indennità della prima ondata.

«Gli accordi regionali – così i sindacalisti – prevedevano per tutto il personale impegnato in Terapia Intensiva e reparti Covid, considerati Malattia Infettiva,  una indennità straordinaria. L’azienda ha sempre posticipato, sostenendo che la  Regione Lombardia non aveva ancora stanziato alcun importo per le prestazioni aggiuntive alle Asst. L’ultima promessa è quella che l’indennità arriverà con lo stipendio del mese di aprile. Sono trascorsi mesi e mesi di lavoro estenuante. Non è accettabile».

L’azienda sanitaria continua inoltre a non voler comunicare con le parti sindacali. «È trascorso un anno, ma le problematiche con l’Asst Ovest Milanese sono sempre le stesse. Il tema della sicurezza – commenta Vera Addamo segretaria FP Cgil Ticino –: resta di attualità: sono tante le situazioni che vanno ancora risolte come ad esempio quella del centro vaccinale di Magenta dove recentemente si sono registrate code e assembramenti. A questo si aggiunge che l’azienda deve rispettare l’applicazione degli accordi e deve certamente avere un piano strategico efficiente. Alcune questioni non sono mai state veramente affrontate. La Covid ha evidenziato la vera urgenza sanitaria causata da anni di disorganizzazione: situazioni pregresse mai risolte. I lavoratori sono stanchi, c’è bisogno di un cambio di marcia».

A seguito delle recenti dichiarazioni della FIALS Laghi e Alto Milanese  Alfio Bernardo della UIL FPL Milano e Lombardia ha precisato: «Anzitutto la Fials non ha firmato accordi per poter indire una mobilitazione. Oltre a questo non è solo il personale del pronto soccorso ad essere in difficoltà». Benardo ha poi sottolineato che diverse problematiche dell’Asst sono anche causate dalla mal organizzazione della Regione che «non dà indicazioni precise. La Regione non ha messo a disposizione risorse aggiuntive al di fuori di quelle destinate alle vaccinazioni, non ha messo fondi per le indennità nelle unità Covid e aree critiche. Non ci sono risorse straordinarie per primalità e non ci sono nemmeno risorse per incrementare le quote 2020 del Rar. Con la pandemia è diventato chiaro a tutti che vanno riportati i servizi territoriali: non si può continuare a centralizzare tutto negli ospedali. Il personale va potenziato e tutelato: vanno fatte nuove assunzioni. Non si può andare avanti così».

Anche Enza Cirelli della Cisl Milano Metropoli è convinta che nonostante sia trascorso un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, l’Asst «non ha imparato niente. Ancora oggi l’azienda non ha un piano organizzativo per il personale. Pensiamo solo ai dipendenti trasferiti all’ospedale in Fiera a Milano: infermieri e rianimatori che non sanno quando potranno tornare a lavorare nel loro reparto. L’azienda e anche l’opinione pubblica non si rendono conto della difficoltà psicologica di questi lavoratori che si sentono abbandonati e ormai rassegnati». La sindcalista ha poi criticato la gestione del concorso delle Oss e degli interinali: «Con il concorso OSS, interrotto a febbraio e ripreso a luglio, è stata stillata una graduatoria. Nel contempo l’azienda ha ingaggiato con contratti interinali altro personale: professionisti che sono stati formati e hanno lavorato duramente in questi mesi. Lavoratori che a giugno saranno lasciati a casa in quanto il contratto scade. In questo modo si perdono risorse umane, professionalità e tempo».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Aprile 2021
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