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“Mafia? No, grazie”: Lainate inaugura il bene confiscato alla malavita

La villetta di via Stradivari ospiterà un progetto di housing sociale per famiglie in difficoltà: "Da cosa nostra a casa nostra"...

"Da cosa nostra a casa nostra". Lo slogan scelto dal Comune di Lainate non poteva essere più efficace. Ci sono orgoglio, speranza e coraggio nell'aver sotratto un bene alla mafia e nell'averlo reso disponibile alla comunità, soprattutto alle sue fasce più deboli. Nella mattinata di oggi, sabato 28, è stata inaugurata la villetta di via Stradivari, un tempo in mano a persone coinvolte nell'associazione a delinquere di stampo mafioso, e ora pronta ad ospitare un progetto di housing sociale.

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Inaugurazione della casa confiscata alla mafia a Lainate 4 di 20

La storia di questa villetta parte nel lontano 1999 quando, a seguito dell'operazione Gelo, il bene viene confiscato ai proprietari. Nel 2014 la casa viene presa in consegna dal Comune e dopo tre anni di duro lavoro (con una ristrutturazione cofinanziata da Regione Lombardia per 80mila euro) il civico 31 di via Stradivari è pronto a iniziare la sua nuova vita: ospitare famiglie in difficoltà, coordinati da La Cordata. Per suggellare questo nuovo inizio durante la festa di questa mattina nel giardino della villetta è stata piantumata "la pianta della legalità".

Il percorso è stato lungo e ha visto la collaborazione di molte realtà del territorio: l'amministrazione, Libera, la Cordata, Gesem, l'Ape operaia. Presenti all'inaugurazione per dare un segno di vicinanza anche i rappresentanti politici dei Comuni vicini: Rho, Pogliano e Arese, oltre ai Carabinieri e alla Guardia di Finanza.

«E' un momento in cui la comunità si riappropria di un bene sottratto da chi aveva deciso di delinquere – ha commentato il sindaco di Lainate Alberto Landonio -. Ci teniamo che sia una realtà che varchi i confini comunali». «Determinati fenomeni non sono estranei alle nostre comunità, non sono estranei alla comunità lainatese, milanese, lombarda, che magari riteniamo indenne perchè la parola mafia si pronuncia in Sicilia – ha aggiunto il primo cittadino -. E quindi il senso di essere qui è anche dire che questo è stato un luogo associato all'associazione per delinquere di stampo mafioso, ma come comunità vogliamo dare un segnale forte per dire "No, grazie". Dobbiamo ricordare a tutti che ci sono situazione come questa, anche in una fila di villette a schiera, anche in un contesto apparentemente tranquillo come quello in cui ci troviamo a Lainate».

Redazione
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Pubblicato il 28 Ottobre 2017
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