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Il sindaco Radice al Castello di Hartheim: “Voi giovani fate la differenza contro l’indifferenza”

Così il sindaco Lorenzo Radice è intervenuto in occasione della visita effettuata questa mattina, sabato 4 maggio, al Castello di Hartheim

Il sindaco Radice in visita al Castello di Hartheim

«L’indifferenza è stato il principale complice di quello che è potuto succedere in luoghi come Hartheim». Così il sindaco Lorenzo Radice è intervenuto in occasione della visita effettuata questa mattina, sabato 4 maggio, al Castello di Hartheim. Il primo cittadino ha accompagnato gli studenti degli istituti superiori, nell’ambito del tradizionale viaggio organizzato da amministrazione comunale e ANPI Legnano ai campi di concentramento. Ed in questo contesto ha paragonato i giovani a semi «che spargiamo “per fare la differenza contro l’indifferenza». Di seguito la riflessione del sindaco Radice.

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Ho provato grande emozione oggi portando ad Hartheim il saluto e l’augurio della comunità legnanese ai ragazzi delle scuole cittadine, ma anche degli istituti superiori di Milano, Monza e Brianza e dei Comuni del Nord Milano. Durante la cerimonia ho voluto ricordare ai ragazzi che da oggi loro, per noi, sono veri e propri “semi” che spargiamo “per fare la differenza contro l’indifferenza”. Perché l’indifferenza è statoil principale complice di quello che è potuto succedere in luoghi come Hartheim che, ancora oggi, trasudano orrore, tragedia e banalizzazione del male. Ai giovani ho chiesto di fare tesoro di quello che vedranno e proveranno in questi tre giorni di visite per decidere e prendere posizione; per non restare indifferenti.

Rispetto a quello che è accaduto, ma soprattutto rispetto a quello che accade oggi nel mondo, nella loro città e nella loro vita quotidiana. Decidere da che parte stare e prendere una posizione, liberamente ma con piena consapevolezza e avendo sempre in mente quei pilastri della convivenza democratica, civile e pacifica che l’Italia, con la nostra Costituzione, ha voluto porre a base del patto sociale: rifiuto del potere assoluto (art 1 della Costituzione), rispetto della dignità umana e riconoscimento dell’uguaglianza dei diritti per tutti (art. 3), rifiuto dell’uso della violenza e delle guerra come strumenti per risolvere problemi e liti (art.11). L’ho voluto fare da Hartheim, luogo simbolo della AktionT4, l’Operazione che portò all’eliminazione di decine di migliaia di disabili.

Un nome di cui, evidentemente, ci si vergognava al punto da mascherarlo sotto una banale sigla. T4 come Tiergartenstraße 4, sede della segreteria privata di Adolf Hitler, dove il massacro fu studiato e pianificato da un potere senza più controlli: con precisione, scientificamente e metodicamente. Tiergarten significa zoo, zoo delle umanità differenti, separate dalle proprie famiglie, messe in gabbia, classificate, eliminate perché pericolose per la purezza della razza; “pratiche” da selezionare, classificare ed eliminare perché “improduttive”. E parliamo di 30mila “pratiche” trattate in pochi anni ad Hartheim; poche al giorno, ma tutti i giorni con una costanza e un’applicazione inesorabili. Prima si dovevano eliminare i disabili, poi i prigionieri malati del campo di Mauthausen, perché le “pratiche” erano cambiate, ma l’indifferenza di un popolo aveva permesso di realizzare quello che l’indignazione aveva, almeno, rallentato per i propri figli disabili. Quello che in pochi avevano avuto il coraggio di denunciare, pochi fra cui il vescovo von Galen, il “leone” di Münster, che costrinse il regime a rallentare e rivedere i suoi piani destinando luoghi come Hartheim non più ai disabili ma ai prigionieri malati dei campi di concentramento.

L’efficienza del sistema, del resto, non poteva rallentare. Le “pratiche” erano tremendamente tante. E la bestia poteva continuare a ingoiare altre vite.

Lorenzo Radice

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Pubblicato il 04 Maggio 2024
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