Il video è stato ripreso dalla pagina facebook della consigliera comunale Laura Schirru.

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E' stata l'azione inesorabile delle ruspe a sancire la fine di villa Nebbia. La storica residenza liberty che per quasi un secolo ha caratterizzato l'angolo tra via Piave e via Castelnovo è stata demolita questa mattina, lunedì 19. Al suo posto sorgeranno due palazzine speculari.

«In poche ore abbiamo perso un po' di Parabiago – il commento amaro dei consiglieri comunali del centro sinistra, che dalla notizia dell'imminente demolizione della villa si erano dichiarati assolutamente contrari -. Oggi quella che per tutti era "Villa Nebbia" una villa liberty dei primi del Novecento è stata spazzata via, e così l'ampio giardino e agli alberi centenari che la circondavano, dalle ruspe. Perché è stata permessa questa demolizione? Forse per ottenere qualche centinaio di migliaia di euro di oneri di urbanizzazione? Valeva la pena barattare così un pezzo di storia per due palazzine? Impossibile non porsi queste domande, non arrabbiarsi e commuoversi per questo fatto. Questa come le passate amministrazioni (quindici anni monocolore di centrodestra) non hanno saputo valorizzare e proteggere il centro storico e oggi questa realtà è sotto gli occhi di tutti. Certamente oggi Parabiago ha perso parte della sua identità nell'indifferenza di una politica incapace di curare e difendere la storia di una città».

A gennaio la notizia della prossima demolizione di villa Nebbia aveva creato grande scalpore in città. Molti cittadini avevano espresso il proprio disappunto e neanche il parere contrario della commissione paesaggio riuscì a cambiare le sorti dell'edificio. Come ricordato allora dal sindaco Raffaele Cucchi, che insieme a assessori e tecnici aveva fatto un soprallugo per valutare la possibilità di salvare la struttura, la villa non rientrava nel censimento degli immobili di pregio effettuato in occasione del Piano Regolatore del 1999 e l'ultima proprietaria, Rosa Nebbia, nonostante avesse intenzione di lasciare la villa in eredità al Comune di Parabiago, pochi mesi prima della sua morte cambiò idea.

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