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La storia di Enrica, staffetta partigiana sangiorgese

Enrica Poretti, 96 anni, ha quasi trascorso un secolo di storia sangiorgese...

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza sulla Seconda Guerra mondiale, dopo l'8 settembre, di un'anziana sangiorgese, molto attiva in paese negli anni, a cura della lettrice Marialuisa Rosi. 


Enrica Poretti, 96 anni (l'età del defunto Papa san Giovanni Paolo) ha quasi trascorso un secolo di storia sangiorgese.

Anni fa, il professor Attilio Agnoletto si è avvalso della sua testimonianza nello stendere alcune pagine del libro su San Giorgio su Legnano. 

Sangiorgese DOC, è da pochi mesi residente all'OASI di Cantalupo, ma lo spirito è quello di sempre.

Vivace, sveglia, positiva, partecipe della vita politica fino ad essere consigliera in Comune negli anni passati, impegnata in fabbrica come sindacalista e in parrocchia come vera fedele, non si è fatta mancare nulla anche in vecchiaia partecipando ad ogni iniziativa, come socia assidua dell'Associazione “Insieme è meglio”.

Di lei con gran rispetto mi aveva parlato in un'intervista, il partigiano sangiorgese Luigi Travaini della Brigata Fiamme Verdi. Diceva che tante volte l'Enrica aveva fatto da staffetta partigiana.

In occasione del 25 Aprile ho provato a chiederle conferma di ciò. 

«Staffetta partigiana, mi sembra esagerato!» mi ha risposto l'Enrica.

«Erano momenti così, e si cercava di aiutare i ragazzi che erano scappati dall'esercito dopo l'8 di settembre. Tra questi c'era anche mio fratello Mario. Si nascondevano nelle cascine, un pò qua un pò là. Mio fratello ha provato a nascondersi anche sugli alberi del parco della villa Parravicini, dove abitavamo. Ricordo che c'era anche un ragazzo di Milano, parente dei signori Agnoletto che era nascosto nella villa».

Quando le chiedo di raccontare un fatto più preciso dice: «Mi ricordo una volta che sono arrivati in cortile due fascisti con un tedesco urlando: "PORETTI MARIO, PORETTI MARIO!". Per fortuna che io avevo fatto la squadra al mattino ed ero a casa dal lavoro, perchè mia mamma non so come se la sarebbe cavata. Io compresi subito la situazione, venivano a prendere mio fratello. Allora anch'io gridai: "Poretti Mario abita qui, che cosa gli è successo, ditemi, ditemi! Fino a poco fa eravamo tranquilli, vedete, mi ha appena scritto che era in Piemonte e diceva di stare bene nella sua compagnia. Gli è successo qualcosa? E' ferito?". Intanto mostravo loro la lettera che mio fratello aveva spedito proprio prima di darsi alla macchia, per avere un certo margine di copertura. Sarò stata davvero convincente, fatto sta che se ne andarono. Non mi sembrava vero».

«E invece dove era suo fratello?»

«Era nascosto, insieme ad altri nel cortile della Regina, in fondo a via Gerli, verso la piazza, in casa dei Morelli, che di soprannome erano detti Sacristi»

La Storia è fatta anche di piccole storie che è un peccato dimenticare e questa è una di quelle da ricordare.

Marialuisa Rosi

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Aprile 2016
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