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I privati aprono le porte ai profughi

Con il progetto di seconda accoglienza "So.Le che accoglie" potrebbero arrivare 5 profughi anche a Canegrate...

Un appartamento in piazza Matteotti e uno nella zona verso Parabiago. Potrebbero essere queste le due nuove sistemazioni per un massimo di 5 profughi sul territorio canegratese se il progetto di seconda accoglienza "So.Le che accoglie" dovesse risultare vincitore del bando ministeriale SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). Non è ancora sicuro se i 5 profughi accolti saranno alcuni dei 25 attualmente ospitati nel centro di prima accoglienza di via Quasimodo a Legnano, ma certamente saranno uomini maggiorenni, possibilmente appartenenti alla stessa etnia e tutti già in possesso del riconoscimento dello status di profugo.

«Tutti i comuni dovrebbero fare qualcosa per i migranti, sia su iniziativa laica che religiosa – sostiene il sindaco di Canegrate Roberto Colombo in un'ottica di accoglienza diffusa -. Il Comune di Canegrate, così, ha aderito all'iniziativa del progetto di seconda accoglienza "So.Le che accoglie". Politicamente siamo assolutamente d'accordo e difenderemo la nostra scelta fino in fondo». Per progetto di seconda accoglienza si intende un programma attivo di integrazione nella comunità ospitante attraverso corsi di lingua, collaborazioni con le associazioni del volontariato e tirocini lavorativi suddiviso in cicli da 6 a 12 mesi. «Non basta prendere delle persone e "parcheggiarle" in un dormitorio. Questa non è accoglienza – commenta Mario Salis della cooperativa Intrecci -. L'adesione al bando SPRAR dà garanzie di grande trasparenza a livello di rendicontazione e tutele a doppio binario: sia per i profughi, sia per la comunità ospitante. Inserire queste persone all'interno del territorio vuol dire garantire la tutela delle leggi. L'immigrazione è un fatto cui ormai bisogna far fronte: non possiamo ignorarlo o sottrarci alla sua gestione, perchè è da lì che nascerebbero i problemi».

Il progetto So.Le che accoglie vede la collaborazione tra Legnano (comune capofila), Canegrate, Fondazione Padri Somaschi, cooperativa Intrecci e parrocchie del territorio. L'augurio di Giambattista Bergamaschi, presidente del tavolo politico del Piano di Zona del Legnanese, è quello di allargare l'adesione a tutti gli 11 comuni del Piano, così come è già accaduto con il centro di via Quasimodo. Il progetto, per la sua realizzazione su 24 mesi, necessiterebbe di un totale di 221mila euro. In caso di vittoria del bando, il ministero dell'interno finanzierebbe il 95% dei costi. Il 5%, invece, sarebbe a carico di comuni e associazioni. «Ma non si tratterebbe di spese vere e proprie – precisa Bergamaschi -, bensì del lavoro degli assistenti sociali». Il 14% delle risorse verrà investito in integrazione: ben il doppio del minimo richiesto dallo SPRAR. Ai proprietari degli immobili che ospiteranno i profughi, invece, non verrà corrisposto alcun compenso. Gli appartamenti saranno infatti ceduti in comodato totalmente gratuito.

Per approfondire:
Profughi: privati e parrocchie aprono le porte
Centro accoglienza profughi: una eccellenza del territorio
Dove finiranno i 25 giovani profughi?

Redazione
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Pubblicato il 20 Febbraio 2016
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