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Accam: Farioli aperto al dialogo

I comitati e le associazioni ambientaliste sopresi dalla posizione assunta dai dipendenti...

Amministrazione comunale di Busto Arsizio e comitati e associazioni ambientaliste del territorio a confronto sulla vicenda Accam, anche a livello di comunicati stampa.

In giornata, il sindaco Farioli è intervenuto in merito al sit-in programmato per il tardo pomeriggio di oggi, affermando: "ricevo invito alla presenza al sit-it davanti al Comune di Busto Arsizio per oggi alle 18.30; non intendo ovviamente né declinarlo, né farlo passare sotto silenzio, ma, come costume dell’Amministrazione di Busto e dell’ampio dibattito che ha accompagnato e coinvolto associazioni, azienda, partecipate e Consiglio comunale, riconfermare la più ampia disponibilità ad ogni confronto trasparente e non strumentale".

Rivolgendosi poi al Comitato RifiutiZero Busto Arsizio – NoInceneritore, a tutti i Comuni soci di Accam Spa e al Consiglio di Amministrazione di Accam Spa, Farioli spiega: "La certificazione ottenuta da Regione Lombardia circa le caratteristiche del termovalorizzatore oggi esistente in via Arconate non costituisce, né può costituire, alcuna autorizzazione né a rallentare il progetto su cui il cda è impegnato, né a poter rientrare in qualunque scenario alternativo e sovradiretto. Mi fa solo piacere rilevare che ciò costituisce una certificazione del fatto che, contrariamente a quanto indicato in un recente comunicato dei comitati, il termovalorizzatore di via Arconate ha le caratteristiche di efficacia e di emissione (come da dichiarazioni di Regione Lombardia e del suo assessorato) che lo pongono, non come il peggiore, ma come un prototipo di riferimento. Ripeto, ciò dovrebbe far piacere soprattutto a chi voglia concretamente tutelare il successo del progetto di cui attendiamo finalmente la presentazione, fermo restando che non risulta sinora sia stata messa in disponibilità del cda alcuna area alternativa a quella di Busto su cui proseguire la vita della società stessa. Questo costituisce semmai oggi l’unica vera preoccupazione che dovrebbe animare sinceramente ogni cittadino responsabile, a tutela della salute, dell’equilibrato sviluppo e anche dell’ occupazione e della dignità di tutti coloro che sinora, onestamente e con professionalità, hanno servito Agesp, Amsc, Amga, Accam e le molte famiglie dell’intero Altomilanese".

Riconfermando poi una totale disponibilità a incontri e colloqui, Farioli conclude: "Sulla base delle contraddittorie uscite di stampa di questi giorni, ringrazio il sindaco Guenzani e i suoi colleghi che hanno tenuto un incontro con il cda e ancor più ringrazio il presidente  Emilio Cremona, da cui, a scanso di ulteriori equivoci, abbiamo anche ricevuto precisazioni tecniche e impegni inequivocabili a far sì che, naturalmente attraverso un coerente atteggiamento di tutti i soci, questa certificazione, non autorizzazione, non venga né attivata né tenuta in considerazione".

Da parte loro i comitati e le associazioni ambientaliste del territorio sono tornati a scrivere, sopresi dalla posizione assunta dai dipendenti "o forse sarebbe meglio dire di un comunicato, che più che espressione dei lavoratori e dei sindacati che realmente li rappresentano ci sembra portavoce di qualche dirigente aziendale".

Ribadita la ferma volontà che venga seguita la strada della dismissione dell'impianto, i comitati e le associazioni spiegano: "Le incertezze espresse dai lavoratori ci trovano invece sostanzialmente d’accordo : le associazioni scriventi e la quota maggioritaria dei comuni consorziati, stanno lavorando affinchè sia data una risposta positiva a quelle domande. Risposte nelle quali il ruolo dei lavoratori per realizzare gli impianti alternativi sarà prezioso. Condividendo gli obiettivi sulla gestione alternativa dei rifiuti potremo, tutti assieme, far diventare la vicenda ACCAM una riuscita esperienza di riconversione ecologica di uno strumento intrinsecamente obsoleto quale è l’incenerimento dei rifiuti. In questa direzione vi è anche il futuro dei lavoratori e dell’azienda, evitando l'impaludamento delle decisioni prese e il rivolgersi altrove dei comuni per smaltire i loro rifiuti".

Infine, una precisazione: "Segnalare aspetti di non conformità – conclude il documento – non significa contestare ai lavoratori la loro professionalità o integrità, è esattamente l’opposto: permette invece di meglio difendere la salute e l’integratità dei lavoratori".

 

Redazione
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Pubblicato il 31 Luglio 2015
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