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Killer ai domiciliari, la famiglia Cancelliere indignata

L'avvocato Livio Cancelliere chiede giustizia per la sorella uccisa dal medico, da lunedì ai domiciliari in casa della propria madre...

«E anche questa volta siamo stati lasciati soli». Questa la considerazione di Livio Cancelliere, quando ha appreso degli arresti domiciliari concessi all'assassino di sua sorella Stefania, uccisa tre anni fa dal medico oculista Roberto Colombo.

Una riflessione contenuta in una lunga lettera indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al premier Matteo Renzi e al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Il fratello di Stefania, nel contempo, ha voluto anche indire una petizione online per dire no agli arresti domiciliari dati al medico (clicca qui) e realizzare una pagina facebook dedicata alla sorella (clicca qui).

Un documento scritto a seguito della decisione della Corte d'Appello di Milano di permettere al 61enne medico-killer trasferito dalla casa di cura psichiatrica di Varazze agli arresti domiciliari nella abitazione dell’anziana madre a Bergamo. Una notizia, quest'ultima, cha ha preoccupato i famigliari della vittima, già scossi della diffusione in rete di un video in cui Colombo si dilungava nel raccontare le sue ragioni (nella foto un frame del video).

«A seguito della mia segnalazione relativa alla diffusione in rete del video – scrive l'avvocato Cancelliere – , la Corte d’Assise d’Appello di Milano ha disposto che l’imputato, da lunedì 28 luglio 2015, sia trasferito non in  carcere, ma nella casa materna! In sostanza, Roberto Colombo è stato premiato per il grave comportamento posto in essere. L’assassino ha lasciato da subito il carcere per gli arresti domiciliari perché sussisteva il pericolo che lo stesso commettesse atti autolesivi! A questo punto, se l’imputato è fuori pericolo, e dalla visione del video pare goda anche di buona salute, perché non può rientrare in carcere?».

Nella lettera poi si legge: «Mi chiedo cosa altro questo feroce assassino debba compiere perché possa, una volta per tutte, entrare in carcere per scontare la sua pena. Eppure egli ha commesso quanto di più grave un essere umano possa compiere nei confronti di un suo simile. A tutti, sin dall'inizio, è parso chiaro che Colombo sia un cittadino speciale. Ancora una volta, questa impressione viene confermata da quest’ultima ordinanza della Corte d’Assise d’Appello di Milano».

Profonda l'amarezza espressa nel documento scritto dall'avvocato Cancelliere che senza nascondere lo sconcerto generale si domanda: «Perché questo ennesimo trattamento di favore? Che giustizia è questa? Colombo, dunque, ancora graziato da una giustizia miope, andrà a convivere con l’anziana madre,con cui, tra l’altro, da anni ha interrotto ogni rapporto».

«Una decisione che è una sconfitta per tutti, che ci rende tutti più insicuri – scrive ancora l'avv. Cancelliere – . A questo punto Colombo potrebbe pensare di evadere prima che la sentenza diventi definitiva; potrebbe reiterare l'atto scellerato (dal video trapela odio, soprattutto nei miei confronti). E, in questo caso, chi altri sarà ritenuto responsabile? Quale prezzo dobbiamo ancora pagare perchè Colombo sconti la sua pena? Una condanna a 17 anni di reclusione non è evidentemente ancora sufficiente. Segnalai alle Autorità Giudiziarie e alle Forze dell’Ordine il pericolo che correva mia sorella e non fui creduto.  Anche questa volta, segnalo con tutte le mie forze a tutti gli organi competenti, il pericolo che stiamo per correre. Mi chiedo se questa volta sarò creduto».

L'avvocato ha inoltre voluto segnalare alcune sospette telefonate anonime ricevute da sua madre, episodi che preoccupano la famiglia Cancelliere che chiede «aiuto e giustizia».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Luglio 2015
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