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Prestiti con tassi da usura, cinque arresti in provincia di Varese

Operazione della Finanza coordinata dal Tribunale di Busto. Due persone con precedenti in carcere anche con l'accusa di false fatturazioni. Sequestrati denaro e immobili per 2,7 milioni

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Cinque persone sono state arrestate dagli uomini del comando provinciale della Guardia di Finanza di Varese con l’accusa di essere coinvolti in un giro di prestiti di denaro con tassi d’interesse da usura oltre che di fatture emesse per operazioni inesistenti.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Tribunale di Busto Arsizio: per due delle persone coinvolte si sono aperte le porte del carcere mentre le altre tre sono state poste agli arresti domiciliari.

L’indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Varese si è incentrata su due persone con precedenti penali: sulla base di alcuni approfondimenti eseguiti nell’ambito dell’antiriciclaggio, i baschi verdi hanno ipotizzato un loro coinvolgimento in attività finanziarie abusive. Nei loro confronti sono così state effettuate una serie di intercettazioni telefoniche e ambientali oltre agli accertamenti sui conti correnti bancari: i riscontri hanno portato ai provvedimenti annunciati all’alba di oggi, martedì 7 giugno.

Secondo le accuse i due, in collaborazione con i tre soggetti posti ai domiciliari, fungevano da “filiale bancaria” nel senso che erano in grado di elargire prestiti a chi fosse in stato di bisogno. I tassi di interesse applicati al momento della restituzione però, almeno in alcuni casi ricostruiti in sede d’indagine, erano anche del 120% annuo. Dalle indagini tecniche è inoltre emersa la volontà di due degli arrestati di convincere con metodi violenti una delle vittime per evitare che sporgesse denuncia per usura.

Oltre a questo capo d’accusa, i principali indagati dovranno rispondere anche di un giro di fatturazione che si sospetta essere legato a operazioni inesistenti grazie a ditte intestate in modo fittizio ad alcuni prestanome. L’ammontare di queste fatturazioni sarebbe di oltre 6,2 milioni di euro a favore di società bisognose di abbattere utili ed evadere le tasse. Nell’ambito dell’indagine, le Fiamme Gialle hanno notato un netto incremento del patrimonio delle persone arrestate in concomitanza con il periodo in cui sarebbero avvenuti i reati di usura.

In questo caso è quindi stato applicato il provvedimento di sequestro in funzione della cosiddetta confisca “per sproporzione”. Tra i beni sottoposti a sequestro, per un valore complessivo superiore ai 2,7 milioni di euro, ci sono disponibilità finanziarie, polizze assicurative ma anche dieci immobili tra Lombardia, Sardegna e Calabria e otto licenze per l’esercizio di mercato ambulante a posto fisso.

Redazione
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Pubblicato il 07 Giugno 2022
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