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Persone con disabilità grave, Radice (presidente ALI Lombardia): “Ogni riforma deve consentire continuità di servizio”

DGR 1669: ALI Lombardia chiede a Regione Lombardia un ripensamento. “Servono tempi e risorse per riorganizzare i servizi e dare risposte concrete a migliaia di famiglie con disabili gravi e gravissimi oggi assistiti al domicilio”

caregiver assistenza disabili

ALI Lombardia (Autonomie Locali Italiane) esprime la forte preoccupazione di sindaci e amministratori dei Comuni Lombardi di fronte alla Delibera di Giunta Regionale 1669 che, nei fatti, dispone una riduzione dei sussidi monetari a favore delle persone con disabilità gravi e gravissime (le misure B1 e B2) dal primo giugno di quest’anno, con la finalità di destinare tali risorse all’implementazione di interventi sociali integrativi da riorganizzare in sinergia con Comuni, Ats/Asst, Terzo settore e associazioni.

I sindaci e in genere gli amministratori pubblici locali sono consapevoli che tali riduzioni sono finalizzate a recepire quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza (PNNA) 2022-2024, che ha previsto nei prossimi anni, tra le varie cose, la progressiva conversione dei sostegni offerti come contributi economici in servizi erogati (forma diretta); sono anche favorevoli a un welfare basato sempre più su servizi diretti alle persone che hanno bisogni.

«Noi sindaci – dichiara Lorenzo Radice, presidente di ALI Lombardia e sindaco di Legnano – ad oggi non sappiamo se i tagli saranno riversati sui comuni per intero o parzialmente e con quali criteri. Questo crea grande incertezza. Di certo sappiamo che i nostri servizi sociali, già sotto pressione, non saranno mai in grado di attivare gli ISI con queste tempistiche: forse lo potranno fare le aziende speciali; ma con che accordi? Con quali risorse? Dovremo fare gare per ampliare i servizi affidati al terzo settore? E il terzo settore troverà il personale, già scarso, in così poco tempo? Queste sono solo alcune delle domande che circolano nei Comuni in questi giorni, dove c’è la certezza che servono tempi e risorse certe per attuare questa conversione».

Risultano tuttavia molto critiche le tempistiche e le modalità deliberate da Regione per operare tale conversione: in pochi mesi i Comuni Lombardi saranno chiamati a compensare questi tagli con un valore analogo di servizi pubblici di assistenza diretta (Interventi Sociali Integrativi), così da garantire la graduale attuazione dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). Nel periodo di attuazione di tale “conversione”, ci saranno fortissime ripercussioni sui servizi sociali, che già sono al limite delle possibilità dei bilanci comunali e dell’organizzazione dei Servizi Comunali per la crescita vertiginosa del numero di persone assistite avvenuta nel corso degli ultimi anni, oltre che per la difficoltà di reperire personale, al punto che numerosi Comuni Lombardi hanno ormai serie difficoltà anche solo a gestire l’ordinaria amministrazione.

Per queste ragioni ALI Lombardia chiede a Regione di dare più tempo ai Comuni Lombardi per attuare la riorganizzazione dei servizi, aggiungendo risorse e consentendo di attuare veri percorsi di coprogrammazione e coprogettazione con gli Enti del Terzo Settore. Inoltre serve ripristinare i sussidi oggi assegnati alle famiglie fino a che tale percorso di riprogettazione e riorganizzazione dei servizi non sia terminato. Diversamente migliaia di famiglie rischieranno di essere lasciate sole da Regione e di non trovare risposte concrete quando busseranno alla porta dei loro comuni: insomma, una sconfitta per tutto il sistema di welfare lombardo.

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Pubblicato il 19 Gennaio 2024
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