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Scuola: a Legnano 30 pensionamenti tra personale docente e Ata

Ad una generazione di sessantenni che va in “quiescenza” non corrisponde però - è l'amara riflessione del sindacalista della Cgil scuola - una generazione di giovani insegnanti

Scuola Legnano

Pensionamenti e Concorsi ovvero la staffetta tra generazioni nella scuola. «Nell’ultimo incontro della scorsa settimana – spiega il sindacalista della Cgil Scuola, Pippo Frisone -, il Dirigente dell’AT di Milano ha riassunto in poche cifre la situazione della scuola milanese. Un costante calo delle iscrizioni, attorno a 1500 alunni, che vede diminuire ancora una volta sensibilmente la scuola primaria, seguita a ruota dalla scuola media mentre rimane sostanzialmente stabile nel suo insieme la scuola superiore (leggero aumento dei licei al 64%, Tecnici al 24%, Professionali al 12% ).

Al calo complessivo degli alunni del 1° ciclo, fa da contro-canto a sorpresa il numero contenuto dei pensionamenti, 1.546 tra personale direttivo, docente e ATA di ogni ordine e grado di scuola. Nonostante la novità di quota 102, il mantenimento delle pensioni anticipate e di vecchiaia, l’opzione donna e l’ape social estesa anche alle docenti della primaria, non c’è stato il boom che ci si aspettava.

Anche nella nostra zona del Ticino Olona (Legnanese, Abbiatense e Magentino) le cessazioni raggiungono a stento le 180 unità cosi distribuite: a) Infanzia 9, b) Primaria 50, c) Media 34,d) Superiori 35, e) Ata 45, f) 6 ins.Religione . Il numero più alto viene registrato nel Comune di Legnano con 30 pensionamenti, seguito da Magenta con 25, chiude Abbiategrasso con 18. I rimanenti 107 pensionamenti risultano distribuiti negli altri 25 Comuni della Zona.

Ad una generazione di sessantenni che va in “quiescenza” dovrebbe subentrare una generazione di giovani insegnanti ma nel nostro Paese ciò non avviene: l’età media dei docenti neo assunti a tempo indeterminato si attesta attorno ai 40 anni e spesso dopo anni di precariato. Non che siano mancate le procedure concorsuali negli ultimi dieci anni. Concorsi ordinari nel 2012, nel 2016 mentre si stanno svolgendo in questi
giorni le prove scritte dell’ordinario, bandito nel 2020. Concorsi straordinari nel 2018 per infanzia/primaria e ancora nel 2018 per secondaria di 1 e 2 grado. A questi concorsi si accedeva con un triennio di effettivo servizio. Accanto a questi concorsi sopravvivono ancora alcune graduatorie provinciali ad esaurimento (GAE). La quasi totalità delle graduatorie dei concorsi ordinari e straordinari a Milano risultano esaurite. Ciò spiega l’alto numero di precariato di quest’anno scolastico, quasi 15mila, presente nella nostra provincia.

L’alta percentuale di selezione registrata negli ultimi concorsi sia ordinari sia straordinari, abbinata ad un ragguardevole numero di trasferimenti verso altre province e regioni da un lato e di pensionamenti dall’altro hanno alimentato, rendendo storico ed endemico il fenomeno del precariato nella nostra provincia. Altra anomalia è che la metà dei quasi 5mila posti di sostegno sono coperti da precari privi di
specializzazione. Non è un caso che l’attuale Ministro Bianchi ha pronto il bando di un nuovo concorso straordinario nella secondaria da tenersi entro la metà di giugno, riservato ai precari con tre annualità nell’ultimo quinquennio. Con la novità di rendere obbligatoria al posto dei 24 cfu una formazione sulla professione docente di 40 ore da svolgersi all’Università e inoltre, l’impegno di avviare annualmente procedure concorsuali per contenere a livelli fisiologici un precariato fuori controllo, con quasi 200mila precari nel corso di quest’anno scolastico. Sullo sfondo il rischio di non trovare più neanche i docenti né dalle procedure concorsuali né dalle graduatorie d’istituto che testimonia il fallimento delle politiche scolastiche degli ultimi anni (4 Ministri in 4 anni) e di quella centralità della scuola, rivendicata dai vari governi solo a parole, cui non hanno ancora fatto seguire i fatti. Sulla scuola si riflette tutta la debolezza e fragilità della politica. Prima la pandemia adesso i venti della guerra in Ucraina che sfiorano anche l’Italia non fanno ben sperare sulle priorità dell’attuale governo. Una cosa è certa: la centralità della scuola e il futuro delle nuove generazioni possono ancora aspettare. Intanto non ci resta che sperare in un mondo pacificato e senza più guerre».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Marzo 2022
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