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Il giorno e la storia – Antonio Branca nella battaglia di Monte Lungo

Il caporal maggiore Antonio Branca, 27 anni, eroe a Monte Lungo, insignito della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria

Il giorno e la storia, mese di dicembre

8 dicembre 1943 – Antonio Branca nella battaglia di Monte Lungo (Mignano)
Il 3 settembre 1943 l’VIII Armata del gen. Montgomery era sbarcata a Reggio Calabria mentre il 9 dello stesso mese i due corpi d’armata americano e inglese al comando del gen. Clark erano sbarcati a Salerno. I due gruppi, sostenendo aspri combattimenti con i tedeschi, erano riusciti a congiungersi e risalire lo stivale.

I tedeschi avevano predisposto delle linee di resistenza. Il 15 novembre gli alleati furono bloccati lungo la Winter Line, che i tedeschi chiamavano linea Bernhard, che precedeva di pochi chilometri a sud la Linea Gustav e aveva il suo punto di forza nella stretta di Monte Lungo, attraverso la quale passava la strada statale n°6 Casilina.
«Dello sfondamento al centro del fronte – ci spiega Fabio Mosca – fu incaricato il Primo Raggruppamento Motorizzato Italiano. Questa unità era nata nell’Italia meridionale nella zona di Brindisi il 28 settembre 1943, era formata dal LI° Battaglione Bersaglieri, dall’11° Raggruppamento artiglieria dal V° Battaglione controcarro, da una compagnia mista del Genio e dei Servizi il tutto per un totale di 5300 uomini al comando del generale Vincenzo Dafino.  Verso la fine di ottobre vennero assegnati il 34° Nucleo chirurgico e il 244° ospedale da campo provenienti dalla divisione Legnano. Gli equipaggiamenti e l’armamento erano quelli standard del regio Esercito. Le artiglierie erano costituite dai pezzi da 75/18, 100/22, 105/28. Nel mese di novembre del 1943 il Raggruppamento fu messo a disposizione del II° Corpo della Vª Armata Americana. Il 6 dicembre 1943 il Primo Raggruppamento Motorizzato mosse da Avellino per avvicinarsi alla Winter Line».

Antonio Branca, figlio di Paolo Branca e Teresa Bienati, era nato a Dairago, ma residente a Legnano, era caporal maggiore del 67° Fanteria Motorizzato e si trovò coinvolto nella battaglia contro la 23ª divisione Granatieri Corazzati tedesca, un’unità molto esperta.

La mattina dell’8 dicembre Monte Lungo era avvolto in una densa nebbia. Dopo un breve fuoco di preparazione le truppe italiane a notte ancora fonda iniziarono una lenta avanzata verso “quota 253”. La visibilità era pessima, il terreno irregolare, si perse tempo, i tedeschi intuirono le intenzioni e, come ricorda il capitano Enzo Corselli, comandante della 1° Compagnia, sottoposero gli italiani «a raffiche sempre più intense; e i proiettili, impattando sul terreno roccioso, generavano miriadi di schegge». La nebbia fitta permise agli uomini della 1° Compagnia di scendere da “quota 253” per riprendere subito l’assalto nonostante si ritrovassero isolati per la perdita dei collegamenti assicurati da un telefono volante e nonostante crescesse d’intensità il fuoco nemico, sia di mortai, sia di armi leggere. Finora le perdite non erano state tante per via «della nebbia e della nostra corsa senza respiro che ci aveva fatto superare lo sbarramento del fuoco dei mortai avversari.»

Nel frattempo però le operazioni per i reggimenti statunitensi non andavano assolutamente bene. Gli italiani si trovarono tra tre fuochi di mitragliatrici, frontalmente da “quota 343”, d’infilata e di schiancio da Monte Maggiore. «Un fuoco violentissimo c’investì. Non era il classico fuoco di repressione effettuato da artiglieria e da mortai. Era il tiro mirato, diretto al singolo avversario da brevissima distanza, effettuato da un nemico che non riuscivamo ad individuare. In tre anni di guerra su diversi fronti e contro eserciti diversi, mai avevamo subito una tale forma di contrattacco. I tedeschi strisciavano a terra vicinissimi, tra roccia e roccia, si frammischiavano a noi e ci bersagliavano con raffiche di mitra e bombe di pistola.»
Il caporal maggiore Antonio Branca, 27 anni, «fra i primi si portava audacemente all’attacco di una posizione tedesca fortemente munita. Mortalmente ferito continuava la lotta ergendosi fiero ed audace di fronte al nemico fino a che le forze non lo abbandonavano. Quota 343 di Monte Lungo, 8 dicembre 1943». Questa è la motivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria.

«All’attacco – conclude Mosca – parteciparono circa 1600 uomini e le perdite furono di 47 morti, 102 feriti e 151 dispersi. I motivi del fallimento erano dovuti al fatto che Monte Lungo era difeso più pesantemente di quanto non si fosse ipotizzato.» E tuttavia, secondo il generale Utili, questo combattimento «appartiene non alla cronaca ma alla storia d’Italia e non sarà perciò dimenticato. Poiché esso permise che si diffondesse nel mondo la notizia che, per la prima volta nella seconda guerra mondiale, i soldati italiani si battevano a fianco dei soldati alleati, e si battevano con impeto e saldezza.»

Ancora Mosca: «Il 15 dicembre alle ore 17.30 il 142° Reggimento di fanteria americano si mosse. Il 2° Battaglione verso il nord di Monte Lungo mentre il 1° Battaglione si mosse verso il centro di Monte Lungo. Il colle venne occupato alle ore 10.00 del 16.» I tedeschi si ritirarono verso Cassino.

Nel cortile del Comune di Legnano possiamo vedere una lapide:
Legnano e Monte Lungo
Affratellate dall’episodio storico dell’8 dicembre 1943
Quando a Monte Lungo il 1° Raggruppamento motorizzato
Di cui faceva parte il 67° fanteria “Legnano”
Partecipò gloriosamente alla sconfitta del nemico invasore
Con il loro civico gemellaggio tramandano ai posteri
Il ricordo della gloriosa impresa
Monte Lungo 8 dicembre 1943 Legnano 21 settembre 1980

Antonio Branca riposa nel cimitero di Legnano, ma non nel campo dei partigiani. Se ne era discusso a Palazzo Italia nella riunione del 26 novembre ‘45 del Comitato di Liberazione Nazionale di Legnano: «I familiari vorrebbero seppellirlo insieme ai partigiani, ma molte difficoltà si frappongono al loro desiderio. Il C.L.N. pertanto non ritiene di pronunciarsi in proposito.»
Peccato: il C.L.N. aveva scritto nel verbale «è un nostro compaesano della Divisione Legnano morto combattendo contro i tedeschi». Come i partigiani.

Renata Pasquetto

FONTI: Medaglia d’Argento: Regio decreto 24 febbraio 1944 registrato alla Corte dei conti il 2 ottobre 1944 registro I guerra, foglio 245 in “Gazzetta Ufficiale. Disp. 1° 1945. Ricompense” – Fabio Mosca,
“La Battaglia di Montelungo “ in http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenza12a.htm – Testimonianze del capitano Enzo Corselli e del maggiore Utili in Giuseppe Conti,
“Il primo raggruppamento motorizzato”, Stato Maggiore dell’Esercito, Ufficio Storico, Roma 1986. – Verbale del C.L.N. di Legnano 26 novembre 1945.

PER SAPERNE DI PIU’:
– http://www.esercito.difesa.it/storia/pagine/la-battaglia-di-monte-lungo.aspx
– http://www.dalvolturnoacassino.it/asp/doc.asp?id=262b#1.3

Redazione
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Pubblicato il 08 Dicembre 2020
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