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Via libera a Rescaldina alla mozione contro il taglio ai fondi per le disabilità. Il centrodestra lascia l’aula

Volano gli stracci in consiglio comunale a Rescaldina sulla mozione presentata dalla maggioranza contro il taglio ai fondi per le disabilità in Lombardia

comune rescaldina

Volano gli stracci in consiglio comunale a Rescaldina sulla mozione presentata dalla maggioranza contro il taglio ai fondi per le disabilità in Lombardia, che solo una decina di giorni fa aveva portato anche la Consulta sociale di Rescaldina e le associazioni Abilità diverse e Mondo CHARGE che hanno sede in paese a partecipare la flash mob davanti a Palazzo Lombardia per chiedere alla regione di tornare sui suoi passi.

La mozione chiedeva alla Regione il ripristino dei sussidi in modo da «non lasciare le migliaia di famiglie che già vivono una condizione di gravissima fragilità ancora più sole», l’avvio di un confronto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per arrivare «ad una proroga dei tempi di attuazione di quanto previsto dal Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024 e consentire ai comuni e agli ambiti territoriali una graduale programmazione delle prestazioni assistenziali in vista della piena attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali» e un accompagnamento ai comuni «nella revisione del sistema di welfare disciplinato dal Piano nazionale per la non autosufficienza 2022-2024» con  maggiori risorse per garantire «l’implementazione e la capillarità degli interventi integrativi sociali che oggi, nella loro carenza, non consentono alle famiglie lombarde di beneficiare delle prestazioni dovute alle persone con disabilità e non autosufficienza».

Il centrodestra: “Mozione superata, improduttiva e infruttuosa”

Prima ancora che si aprisse la discussione, però, il centrodestra ha lasciato il consiglio comunale: «Non vediamo nessuna ragione per sostenere questa mozione – ha sottolineato la capogruppo Mariangela Franchi -: tutte le azioni che prevede sono già state fatte, la riteniamo superata, improduttiva e infruttuosa ma soprattutto inutile ai cittadini. Non riteniamo di votarla ma non riteniamo nemmeno di partecipare un dibattito che non ci sembra porti nessun valore aggiunto a quanto già Regione Lombardia ha fatto e sta facendo».

«Il programma operativo regionale è stato steso con un confronto tecnico che ha coinvolto i principali stakeholders afferenti al Terzo Settore e anche i comuni attraverso ANCI Lombardia – ha spiegato Franchi prima di lasciare l’aula insieme ai consiglieri del suo gruppo, evidenziando peraltro anche che si tratta di un percorso in itinere ormai da tempo -. Il piano nazionale per la non autosufficienza prevede obbligatoriamente che ogni Regione individui la quota percentuale di risorse da destinare alla realizzazione dei servizi. È ambiguo che la mozione dica che Regione Lombardia ha disposto una riduzione dei sussidi monetari: quello che la normativa nazionale prescrive è una rimodulazione destinando una parte delle risorse prima ricomprese nel contributo economico all’erogazione dei servizi in favore delle persone con disabilità. Il contributo economico alle famiglie non viene cancellato: la parte residua non è percepita in forma diretta ma viene erogata sotto forma di servizi, con l’obiettivo di garantire un’offerta integrata e personalizzata a supporto dell’assistenza e della cura. Di fatto la Lombardia ha sempre destinato una quota di risorse notevoli all’argomento, anche superiori alla media delle altre Regioni».

«Regione Lombardia ha garantito fino al mese di maggio alle persone beneficiarie del contributo la continuità di erogazione delle somme, perché intanto ha già provveduto ad inviare al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali una nota nella quale pone in evidenza tutte le difficoltà di applicazione in Lombardia del Piano Nazionale per le non Autosufficienze, chiedendo una rivisitazione delle regole – ha aggiunto la capogruppo del centrodestra -. Analogo tema è stato posto anche alla Conferenza delle Regioni. Tutto quello che ci viene chiesto di andare a votare di fatto è già stato superato. Essendo già stata avanzata un’istanza al ministero, è ben evidente a tutti che senza il benestare del Ministero oggi non è possibile arrivare ad una revisione della delibera oggetto della mozione, che deriva da una disposizione di legge nazionale».

Vivere Rescaldina: “Questo centrodestra non ha interesse per la disabilità”

L’abbandono dell’aula da parte del centrodestra è stato duramente condannato dai banchi della maggioranza, in primis dall’assessore alla partita Enrico Rudoni che ha parlato di «assoluta mancanza di sensibilità verso questo tema e verso le persone diversamente abili» e di «caduta di stile».

«Sono anni che parliamo di questa misura nel Piano di Zona e abbiamo avuto il contributo del Forum del Terzo Settore – ha ribadito il vicesindaco -: abbiamo sempre detto che le risorse erano insufficienti, non si può fare nient’altro che prendere atto che queste risorse devono essere aumentate. Lo spirito di questa mozione non era dire che Regione Lombardia è brutta e cattiva, ma che siamo arrivati ad un punto di non ritorno e quindi metterci insieme e sensibilizzare gli organi deputati a decidere i livelli essenziali di prestazione sociali affinché si possano erogare i fondi necessari per andare ad accogliere domande di famiglie che sono in estrema difficoltà».

«Il gioco di rimpallare la palla ai comuni mi ha stufato – ha aggiunto Rudoni, trovando poi sponda nell’intervento del sindaco Gilles Ielo, che ha ricordato la lettera inviata in Regione dal Piano di Zona dell’Alto Milanese per chiedere una revisione della delibera “incriminata” -: nei piani di zona non se n’è mai discusso perché non c’è mai stato un input da parte di ATS, di ASST o della Regione e non si è mai avuto modo di discutere di quali potrebbero essere i potenziali servizi a favore di disabilità così gravi. Ha stufato anche la lettura per cui non c’è una riduzione del finanziamento, ma una parte del finanziamento che si tradurrà – forse, non sappiamo quando e come – in servizi. Peccato che dal 1° giugno non ci saranno più questi fondi: o meglio, Regione Lombardia ha fatto un passo indietro dicendo che nel 2024 questi fondi rimarranno tali, ma bloccando nuove domande che potranno pervenire solo se c’è un ritiro, ossia nessuno può inserirsi in una graduatoria già fissa. E dal 2025 sono comunque previsti questi tagli. Oggi a parlare di disabilità grave in quest’aula c’è solo Vivere Rescaldina, questo centrodestra non ha interesse verso la disabilità e spero che i cittadini lo capiscano visto il vuoto di quelle sedie».

Pollice verso anche dal capogruppo di maggioranza Michele Cattaneo. «Trovo quanto successo in consiglio comunale vergognoso e indice di come una certa parte politica usa affrontare gli argomenti – le parole dell’ex primo cittadino a valle del consiglio comunale -: è triste vedere quando lo spirito di parte ha il sopravvento a tal punto da non permettere neanche la discussione. Vivere Rescaldina si è fatta tramite del mondo associazionistico per presentare una mozione che chiede a Regione Lombardia di ripristinare i finanziamenti e di affiancare i comuni nella predisposizione delle azioni a favore delle famiglie che vivono il problema della grave e gravissima disabilità. A differenza di quanto avvenuto nel Piano di Zona dove tutti i sindaci, anche quelli di centrodestra, hanno avanzato le stese richieste, il Centrodestra Unito rescaldinese ha abbandonato l’aula smentendo di fatto tutti i suoi sindaci del territorio».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 03 Aprile 2024
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