Per anni è stata per tutti l'”area Ikea”, anche se il colosso svedese dell’arredamento low cost di fatto tra Cerro Maggiore e Rescaldina non è mai nemmeno arrivato. Ora, con l’approvazione del nuovo PGT di Cerro Maggiore delle scorse settimane, i quasi 300mila metri quadri a cavallo tra i due comuni tornano definitivamente agricoli, scrivendo la parola fine su una delle pagine che più hanno infiammato la storia recente del territorio.

Già nel 2019, quando era stato approvato il PGT di Rescaldina, era di fatto al tempo stesso decaduto l’accordo di programma che verteva sulla trasformazione dell’area individuata come area IKEA: Rescaldina, infatti, aveva individuato quell’area come area strategica agricola. Una volta decaduto l’accordo di programma, peraltro, anche il piano territoriale regionale e il piano territoriale metropolitano avevano individuato l’area come agricola.

Un rendering di come avrebbe dovuto essere la nuova Ikea

Ad oggi, quindi, il futuro dell’area è agricolo: se i proprietari fossero interessati a valorizzarla dovrebbero presentare un’istanza che però per poter andare in porto dovrebbe essere connotata da un interesse quantomeno sovracomunale, se non regionale. A meno di un clamoroso colpo di scena cala dunque il sipario sulla trasformazione di un polo da circa 300mila metri quadri che fin qui ha avuto una storia quantomeno tormentata, con la battaglia contro l’approdo del colosso svedese dei mobili economici che aveva spaccato il territorio.

Dopo l’ipotesi di un Melting Point, ovvero una sorta di polo di sviluppo dell’innovazione, era stata infatti Ikea a farsi avanti per l’area, con un progetto che, oltre al gigante svedese dell’arredamento low cost, prevedeva la realizzazione di una grande galleria commerciale e diverse novità per la viabilità, dalla riqualificazione dello svincolo autostradale di Legnano alla tangenzialina di Rescaldina che avrebbe completato la variante alla SS527.