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Teva a rischio chiusura a Nerviano, i lavoratori bloccano il Sempione: «Da oltre un anno nessuna risposta»

Lavoratori in presidio davanti allo stabilimento Teva di Nerviano per chiedere le risposte sul futuro che aspettano dall'annuncio della chiusura

Crisi Teva a Nerviano - Lavoratori in presidio davanti all'azienda

Striscioni, cartelli, bandiere, campanelli, fischietti. Lo avevano già fatto nei mesi scorsi, e oggi, mercoledì 20 luglio, i lavoratori dello stabilimento Teva di Nerviano sono tornati ad incrociare le braccia scendendo in presidio davanti alla filiale di via Pasteur dell’azienda per chiedere alla multinazionale, che a maggio ha annunciato l’avvio della procedura di licenziamento collettico, le risposte sul proprio futuro che aspettano ormai da più di un anno.

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La decisione del gruppo industriale di chiudere i battenti a Nerviano era arrivata ad aprile dello scorso anno come un vero e proprio fulmine a ciel sereno per gli oltre 350 dipendenti del sito, che da subito avevano iniziato a far sentire la propria voce e hanno continuato a farlo a più riprese scendendo in presidio non solo lungo la statale del Sempione ma anche davanti alla sede della Regione e lavorando parallelamente grazie alle organizzazioni sindacali sui tavoli di confronto istituzionali.

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Una speranza, per la verità, in oltre un anno di crisi si era aperta con due proposte vincolanti sottoposte a due diligence per verificare la possibilità di un percorso industriale soddisfacente, ma era poi naufragata: una delle due aziende aveva fatto un passo indietro, scegliendo di investire su altri mercati, e l’altra aveva presentato un masterplan ritenuto non soddisfacente. E poco ha cambiato per i lavoratori lo slittamento della scadenza fissata dalla proprietà per il termine dell’attività produttiva, che è stata garantita fino alla fine dell’anno invece che fino a luglio: la procedura di licenziamento collettivo avviata a maggio rimane e per i dipendenti ormai il tempo stringe.

Tanto che oggi – dopo il consiglio comunale aperto della scorsa settimana dove la politica, ad una sola voce, aveva ribadito vicinanza al di là delle bandiere di partito ai dipendenti che vedono il proprio posto di lavoro sempre più in bilico – i lavoratori sono tornati a chiedere risposte con un presidio davanti all’azienda, dove a portare la solidarietà dell’amministrazione comunale sono arrivati anche la prima cittadina Daniela Colombo e il presidente del consiglio comunale Lorenzo Lattuada.

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«Siamo qui oggi a manifestare contro la chiusura dello stabilimento di Nerviano da parte della multinazionale Teva – ha sottolineato Vincenzo Parisi della segreteria Femca Cisl di Milano -.  Questa situazione si sta trascinando da oltre un anno e siamo molto preoccupati perché ad oggi non abbiamo alcuna informazione sulla fine che farà lo stabilimento di Nerviano: stiamo cercando, anche a livello istituzionale tramite il Ministero dello Sviluppo Economico, il comune di Nerviano e la Regione Lombardia, di farci aiutare per capire come uscire da questa situazione».

«Siamo qui questa mattina ancora una volta con un presidio davanti allo stabilimento Teva perché, com’è noto, dalla dichiarazione di chiusura dello stabilimento ormai è passato più di un anno e non c’è nessuna notizia nuova su un possibile subentro o un nuovo acquirente – ha aggiunto Francesco Restieri, segretario Filcams Cgil Ticino Olona -: l’unica certezza purtroppo è l’avvio della procedura di licenziamento collettivo nel rispetto della nuova normativa anti-delocalizzazione, ma anche da questo punto di vista non si ha nessun piano di gestione e quindi i lavoratori sono qui a manifestare per avere certezze e risposte. Confidiamo nell’incontro di domani (giovedì 21 luglio, ndr) voluto da Regione Lombardia, che l’azienda abbia delle risposte per poter dare speranza ai 293 lavoratori attualmente ancora in forza nel sito produttivo».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Luglio 2022
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