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Teva, lavoratori in presidio bloccano il Sempione: «A Nerviano facciamo farmaci salvavita, non chiudete»

Lavoratori in presidio davanti alla Teva di Nerviano, da dove a tratti hanno bloccato il Sempione, per chiedere all'azienda una riorganizzazione

Lavoratori Teva in presidio a Nerviano

Cartelli, bandiere, fischietti, trombette, perfino una sirena: a pochi giorni dall’incontro in programma per la prossima settimana in Regione Lombardia, venerdì 25 febbraio i lavoratori della Teva di Nerviano sono tornati ad incrociare le braccia scendendo in presidio davanti allo stabilimento di via Pasteur per chiedere all’azienda, che ad aprile dello scorso anno ha annunciato la chiusura del sito, una ristrutturazione che tenga conto dell’attuale assetto dello stabilimento. La filiale, infatti, dalla scorsa primavera ha “perso” una sessantina di lavoratori che hanno optato per soluzioni alternative vista la condizione di incertezza del complesso nervianese.

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Al presidio hanno partecipato un centinaio di dipendenti, circa un terzo dei 300 ad oggi in forze alla filiale Teva di Nerviano della multinazionale farmaceutica, che a più riprese hanno bloccato il Sempione, come avevano fatto già a maggio dello scorso anno, per far sentire la propria voce. L’adesione allo sciopero, però, è stata più alta e ha coinvolto secondo i sindacati tra il 60 e il 70% della forza lavoro.

«Già in un primo incontro in Regione Lombardia i lavoratori e il sindacato tutto avevano espresso delle preoccupazioni non tanto sul futuro della compravendita (la proprietà ha reso noto che ci sono trattative in corso e ci sarebbero due offerte vincolanti, ndr), che come sappiamo richiede una dose di riservatezza e va gestita con attenzione, ma per le fuoriuscite che ci sono state nello stabilimento e hanno interessato circa 60 persone che ricoprivano diverse funzioni – ha spiegato Francesco Restieri della FILCTEM CGIL -. In quella giornata era stata espressa all’azienda l’esigenza di ristrutturare in base a quelle che sono oggi le forze in campo e non continuare con cambi turno e comunque con atteggiamenti di disorganizzazione che portano ad un malessere dei lavoratori già molto sotto stress e in tensione per il loro futuro che ancora oggi rimane incerto. La preoccupazione oggi è sfociata in un’azione di protesta con uno sciopero, ma l’agitazione continuerà anche nei prossimi giorni fino all’incontro del 2 marzo in Regione, dove speriamo ci siano gli sviluppi che tutti ci auguriamo».

Lavoratori Teva in presidio a Nerviano

Al presidio davanti alla Teva ha partecipato anche il sindaco di Nerviano per portare ai lavoratori in generale e a quelli del territorio in particolare la vicinanza dell’amministrazione. «Come amministrazione comunale stiamo seguendo la vicenda – ha sottolineato la prima cittadina -. Io stessa ho partecipato al tavolo di lavoro in Regione Lombardia a dicembre, al quale è seguito un aggiornamento da remoto circa 20 giorni fa, e il 2 marzo ci sarà un altro appuntamento in Regione per vedere come evolve la situazione di crisi aziendale. La situazione di incertezza acuisce il senso di precarietà dei lavoratori, come è assolutamente comprensibile, e ovviamente auspichiamo una soluzione in tempi rapidi: speriamo che le offerte che in questo momento sembra siano pervenute all’azienda possano in qualche modo concretizzarsi in un piano industriale effettivo ed efficace per i lavoratori e per l’azienda che in campo medicale pensiamo abbia comunque un futuro».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Febbraio 2022
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