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Parabiago, cittadinanza onoraria e cippo commemorativo per il centenario del Milite Ignoto

Via libera dalla giunta di Parabiago al conferimento della cittadinanza onoraria al Milite Ignota e alla posa di un cippo commemorativo per il centenario della tumulazione all’Altare della Patria

milite ignoto

Parabiago si prepara a celebrare il centenario della tumulazione del Milite Ignoto nel sacello dell’Altare della Patria con un cippo commemorativo e il conferimento della cittadinanza onoraria. La città della calzatura ha aderito alla proposta avanzata a livello nazionale del Gruppo delle Medaglie d’Oro al valor Militare d’Italia, supportata a livello nazionale da ANCI e a livello locale dalla sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, e nei giorni scorsi con due delibere di giunta ha dato il via libera alle iniziative.

«Così come, cento anni fa, gli sforzi effettuati per fare in modo che quel Soldato, voluto come “di nessuno”, potesse in realtà essere percepito come “di tutti”, al punto da trasformarsi nella sublimazione del sacrificio e del valore dei combattenti della prima guerra mondiale e successivamente di tutti i Caduti per la Patria – si legge nella motivazione alla base del conferimento della cittadinanza onoraria -, oggi è giunto il momento in cui, in ogni luogo d’Italia, si possa orgogliosamente riconoscere la “paternità” di quel Caduto». E per chiudere il cerchio, la giunta guidata dal sindaco Raffaele Cucchi ha optato anche per la posa di un monumento commemorativo al Parco Crivelli, dal lato di via S. Antonio, quale «segno tangibile della cittadinanza onoraria concessa e a perenne memoria del sacrificio compiuto da tutti i Caduti per la patria».

Le celebrazioni per il Centenario del Milite Ignoto in Italia sono iniziate lo scorso 1° giugno e si concluderanno in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate con una cerimonia solenne all’Altare della Patria, esattamente come cento anni fa. Allora il feretro del Milite Ignoto, scelto tra undici salme non identificabili – una per ogni zona del fronte – dalla mano di Maria Bergamas, il cui figlio (disertore dell’esercito austriaco e volontario nelle fila italiane) era caduto in combattimento senza che il suo corpo potesse essere identificato, fu trasferito a Roma con un convoglio speciale a velocità ridotta sulla linea Aquileia-Venezia-Bologna-Firenze-Roma e accolto dalle rappresentanze dei combattenti, delle vedove e delle madri dei caduti insieme al re e poi scortato da un gruppo di dodici decorati di Medaglia d’Oro fino alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, al cui interno rimase esposto al pubblico fino alla tumulazione del 4 novembre 1921 con una solenne cerimonia.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 26 Ottobre 2021
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