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No al bilancio partecipativo a Cerro Maggiore, bocciata la mozione del M5S

Il Movimento 5 Stelle ha proposto l'introduzione del bilancio partecipativo a Cerro Maggiore, ma la mozione è stata bocciata della maggioranza

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Cerro Maggiore dice “no” al bilancio partecipativo. L’iniziativa, già attiva in altri comuni del territorio, è stata proposta dal Movimento 5 Stelle durante l’ultima seduta del consiglio comunale cittadino, ma ha incassato la bocciatura della maggioranza e non avrà quindi seguito.

«L’istituzione del bilancio partecipativo contribuisce alla trasparenza, alla partecipazione, e alla cooperazione dei cittadini nelle politiche e nelle scelte della propria amministrazione», ha spiegato il capogruppo pentastellato, Edoardo Martello, che ha anche sottolineato come «generalmente siano gli enti comunali a promuovere i bilanci partecipativi con l’obiettivo di facilitare il confronto con la cittadinanza e promuovere scelte e decisioni condivise, rispondere in modo efficace alle necessità dei cittadini, informare e sensibilizzare la cittadinanza sulle tematiche di sostenibilità a livello locale, coinvolgere i cittadini nel processo della gestione pubblica attraverso forme di democrazia diretta creando una “cultura della partecipazione” e favorendo lo sviluppo di una “cittadinanza attiva”ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini».

L’idea del M5S per chiamare direttamente i cittadini a proporre e scegliere quali progetti realizzare non rientra però nei piani di Palazzo Dell’Acqua. «Il bilancio partecipato, che sulla carta risulta essere uno strumento di partecipazione, di allargamento e di condivisione con la cittadinanza, nella realtà si è dimostrato abbastanza farraginoso, con delle procedure molto lunghe soprattutto se si vuole far sì che risorse cospicue venissero impiegate in progetti ambiziosi – ha replicato l’assessore al bilancio, Matteo Bocca -. Viceversa, l’utilizzo del bilancio partecipativo per importi di modico valore diventa appesantisce la macchina comunale. Dal nostro punto di vista lo strumento del bilancio partecipativo non è come lo si vuol descrivere un plus, ma piuttosto un maggior appesantimento burocratico. Chiunque abbia l’incarico di consigliere comunale ha l’obbligo e il dovere anche di portare avanti le istanze della cittadinanza, ci sono tutti gli strumenti affinché si possano fare proposte alla maggioranza sia direttamente in consiglio comunale, sia in sede di predisposizione del bilancio previsionale: le nostre porte sono sempre state aperte, e di certo non è perché non c’è il bilancio partecipativo che non ascoltiamo le proposte dei cittadini. Questo strumento poi in molti casi è fuorviante: privilegia le associazioni più attive sul territorio, ma non è detto che garantisca la partecipazione delle associazioni più piccole o un po’ meno radicate».

A nulla sono valse le controproposte di Martello, che ha ipotizzato anche il ricorso a “minireferendum”, sondaggi o consultazioni nelle scuole e ha sottolineato come lo strumento sia già stato attivato anche in grandi città e permetta di coinvolgere anche quei cittadini che «vuoi per timidezza, vuoi per svariate ragioni non vanno in comune a fare proposte». Almeno per il momento, a Cerro Maggiore, il bilancio partecipativo non s’ha da fare.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Dicembre 2020
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