“Adottali: l’amore non si compra”: campagna LAV per gattili e canili
La sezione della provincia di Milano ringrazia i Comuni di Bollate, Rho, Arese, Cerro Maggiore, Cogliate e Cesate che hanno partecipato alla campagna
"Adottali: l'amore non si compra". E' questo il messaggio che lancia la LAV. E la sezione della provincia di Milano ringrazia i Comuni di Bollate, Rho, Arese, Cerro Maggiore, Cogliate e Cesate che hanno partecipato alla campagna.
Scopo della campagna è invitare i cittadini che vogliono avere un amico a quattro zampe a non comprarlo ma adottarlo nei canili o gattili. «Quando si compra un cucciolo bisogna sapere che può provenire dal traffico illegale di cuccioli – dice Daniela Stancich, referente Lav provincia Milano – inoltre l'adozione di un cane o un gatto abbandonato è anche un fondamentale strumento di contrasto al randagismo che assicura allo stesso tempo il rispetto per gli animali e un risparmio considerevole per tutta la collettività. Basti pensare che un solo cane in canile costa mediamente 1.277,50 euro l’anno e se moltiplichiamo questa cifra per i cani presenti nei canili nel 2018 (dati del Ministero della Salute) raggiungiamo la cifra di almeno 126 milioni di euro l’anno spesi dalle Amministrazioni locali per il loro mantenimento. Sono 114.866 i cani 'ospiti' nei canili rifugio».
[pubblicita] «Il traffico illegale di cuccioli é di circa 2mila esemplari a settimana che aumenta soprattutto sotto Natale, un vero e proprio business che movimenta circa 300 milioni di euro all'anno – continuano dalla LAV – I Paesi produttori di cuccioli sono: Ungheria, Slovacchia, Romania, Repubblica Ceca; Paesi dove i cuccioli vengono acquistati a circa 60 euro e sono poi venduti a prezzi anche fino a 20 volte superiori una volta" trasformata" la loro origine. In questi Paesi i cuccioli nascono in allevamenti a conduzione familiare o in vere “fabbriche di cuccioli”, strutture che ospitano decine o centinaia di fattrici per la riproduzione, stabulate in box piccolissimi con cibo solo per sopravvivere. In età tenerissima 30–40 giorni, i piccoli sono caricati su camion o furgoni e trasportati nel nostro Paese. Possono essere venduti in allevamenti e negozi, furtivamente presso i caselli autostradali e sempre più frequentemente su internet. In questo squallido commercio di animali spesso manca il più banale controllo sanitario , la mortalità è altissima, inoltre il precoce distacco dalla madre causa traumi affettivi e problemi di salute».
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