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Risolto il mistero di Dafne, la ragazza sparita nel bosco

Ma che sequestro! Era scappata con due uomini, quando il fidanzato si è messo a urlare "gli sbirri, gli sbirri" -  Ha rifitutato la mamma ed è tornata a convivere...

Sono indagati in stato di libertà l'italiano e il marocchino con i quali è stata trovata Dafne, la 20enne considerata sequestrata dal fidanzato, Matteo Alessandro Brambilla, mentre sabato scorso si trovava in una zona boschiva di Marnate. In realtà, la ragazza gallaratese si era allontanata consenziente insieme a due uomini. Sta bene e, oggi, è tornata a convivere con il 41enne di Busto Arsizio.

Rapide le indagini condotte dal procuratore di Busto Arsizio, dott. Gian Luigi Fontana, che ha così ricostruito i fatti.

Dopo la scomparsa di Dafne e gli interrogatori di Matteo (qui il servizio), sono state autorizzate attività di intercettazione telefonica, è stato effettuato il positioning delle utenze di interesse, sono stati sviluppati i tabulati del traffico telefonico. Attorno alle 20.30 di lunedì 16, la Polizia Stradale di Busto Arsizio – Olgiate Olona ha fermato nel Comune di Castronno, per un controllo casuale, un sospettato di nazionalità italiana, a bordo di un'autovettura. A bordo dell’auto, anche un marocchino ed una ragazza.

La ragazza, inizialmente, ha negato ai Carabinieri di essere Dafne Di Scipio; successivamente lo ho ammesso ed è stata identificata senza ombra di dubbio. Dafne, al momento del controllo, non era soggetta ad alcuna costrizione ed ha dichiarato di trovarsi con i due volontariamente.

I tre sono stati condotti alla Caserma dei Carabinieri di Busto Arsizio ed interrogati sino alle 6 del mattino di martedì 17. Alla luce di quanto dichiarato, è stato così possibile ricostruire la vicenda. Dafne è giunta a "“La sbarra” con il proprio fidanzato, Matteo Alessandro, ha cercato di contattare telefonicamente gli spacciatori, ma non li ha trovati. Allora, è entrata nel bosco a cercarli ma, udendo una voce maschile che urlava "Gli sbirri, gli sbirri!" (voce del fidanzato, stando al racconto di lui), si è messa a correre in direzione opposta a quella di ingresso.  Incontrato un ragazzo di nazionalità italiana da lei conosciuto, si è allontanata con lui. 

Dafne, inoltre, durante l'interrogatorio ha negato di essere mai stata sottoposta a violenze e di aver appreso che erano in corso ricerche che la riguardavano solo la mattina del 16 ottobre. Si è lamentata tra l'altro del clamore che si era generato a seguito delle dichiarazioni del fidanzato.

Il marocchino, sentito in qualità di indagato, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

L'italiano, invece, ha sostenuto di aver dato un passaggio a Dafne e al marocchino in sua compagnia. Ha inoltre sostenuto che la ragazza, una volta vista la propria foto sul giornale, gli avrebbe detto che avrebbe avvisato la madre. Chiamata che non risulta nei tabulati. 

Dafne ha dichiarato di non essere intenzionata ad avvisare la madre e di non voler tornare a casa della stessa. Ha manifestato invece la volontà di tornare a casa del fidanzato, Matteo Alessandro Brambilla, che è stato quindi avvisato e accompagnato in Caserma dal padre. Successivamente, ha condotto con sé la ragazza.

Non essendo emersi indizi precisi a carico degli altri due uomini trovati insieme alla 20enne, sia per l’incendio dell’auto del fidanzato, sia per un eventuale sequestro di persona, sono stati rilasciati.
Sono comunque indagati in stato di libertà. Gli accertamenti proseguono.

Il Procuratore ha sottolineato l’impegno profuso dai Carabinieri (Nucleo Investigativo di Varese e Compagnia Carabinieri di Saronno), i quali, in un contesto difficilissimo (la nota zona di spaccio dei boschi di Marnate), lavorando senza sosta dalla sera di sabato 14 ottobre alla mattina di martedì 17 ottobre, hanno ritrovato Dafne.

Ha inoltre ringraziato tutte le persone, Vigili del Fuoco, Volontari e Protezione Civile, che si sono impegnate nelle ricerche.

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 17 Ottobre 2017
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