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Cecchetti: “Poste Italiane blocchino piano chiusure e discutano prima con i sindaci”

Trovo veramente incomprensibile che le Poste abbiano pensato di tagliare e razionalizzare 182 dei 1957 uffici postali in Lombardia senza neanche preoccuparsi di avvisare della decisione sindaci e amministratori dei Comuni interessati. Visto che il maggior azionista di Poste Spa è ilMinistero del Tesoro, cioè la collettività, credo che a questo punto il piano debba essere fermato e ripensato”. E’ quanto dichiara il Vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) dopo l’audizione in Commissione Bilancio dei vertici delle Poste lombarde.Durante la seduta Cecchetti ha citato i casi di Sant’Ilario a Nerviano, Casone a Marcallo con Casonee San Lorenzo a Parabiago evidenziando i disagi che deriverebbero dalla chiusura degli uffici postali nell’area Nord Ovest della provincia di Milano

Far pagare i disagi alla popolazione anziana e più debole – ha aggiunto Cecchetti – non è certo un sintomo di attenzione alla cittadinanza a cui Poste Spa, essendo un ente a partecipazione pubblica, deve rendere conto. Oggi in Commissione senza troppi giri di parole abbiamo sentito dire che si chiude là dove gli uffici non rendono, non fanno businnes. Fa niente se poi tagliare questi uffici costringe la popolazione a continui andirivieni tra Comuni distanti chilometri e magari neanche collegati con i mezzi pubblici. Le Poste – ha detto ancora Cecchetti – blocchino questo piano e siedano attorno a un tavolo con i sindaci interessati per discutere e trovare soluzioni alternative”.

 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Febbraio 2015
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