Accam, passa la linea ambientalista. A maggioranza i rappresentanti dei Comuni soci dell'inceneritore hanno votato per lo spegnimento dei forni che saranno sostituiti con la fabbrica dei materiali (centro riciclo). Soddisfatti i comitati ambientalisti che hanno visto ascoltate le loro posizioni. 

L'assemblea dei soci si è svolta questa sera (2 marzo) nella sala riunioni dell'impianto di Borsano: all'esterno i 90 dipendenti Accam e Europower hanno tirato un piccolo respiro di sollievo solo alla notizia del rinvio della data prevista di chiusura del sito, portata dal 2019 al 2015. «Perlomeno non resteremo a casa dall'oggi al domani», il commento dei lavoratori, che chiedevano il rispetto degli accordi sul revamping. «Queste persono sono per lo più meccanici, non sarà facile ricollocarli nella nuova attivià  – ha spiegato Mario Pagani della Fiom –Noi chiediamo con forza che venga salvaguardata l'occupazione, non devono essere i dipendenti a pagare le conseguenze delle decisioni della politica». Qui la lettera dei dipendenti.

Ora la palla passa alla Regione Lombardia che, almeno nella fase iniziale dovrà dare l'autorizzazione a proseguire con l'incenerimento dei rifiuti senza revamping. Nel frattempo un gruppo ristretto di sindaci studierà i vari passaggi che dovranno portare alla realizzazione della fabbrica dei materiali. Fabbrica che non sarà costruita sul terreno di via Arconate ma in un altro Comune. Per il momento si sarebbero già candidati due sindaci  per ospitare sul proprio territorio la nuova struttura che dovrà sorgere vicino a un'autostrada, magari a Pedemontana, come ha fatto notare il primo cittadino di Fagnano Olona.

Come indicava la delibera approvata in consiglio comunale, anche il sindaco di Legnano, Alberto Centinaio accompagnato in assemblea da suo vice, Pierantonio Luminari, ha votato per lo spegnimento dell'inceneritore. Unico punto dolente, il teleriscaldamento che non potrà essere alimentato dal calore prodotto dall'incenerimento dei rifiuti ma per il quale si dovranno trovare altre fonti.

Si sono astenuti dal voto, i Comuni di Busto Arsizio e di Castellanza. Il primo, da sempre a favore del revamping, era rappresentato da Alberto Armiraglio, assessore all'ambiente: «Il nostro sindaco ha posticipato la data di dismissione proprio per rendere possibile il reinserimento dei dipendenti Accam».

Questi i punti fermi decisi dai soci:  la continuità aziendale e il mantenimento dei livelli occupazionali; un  progetto tecnologicamente avanzato che abbia come riferimenti prioritari la salute dei cittadini    e la salvaguardia dell’ambiente; la riduzione della quantità complessiva di rifiuti residui (Rur) sviluppando la raccolta differenziata ed introducendo la tariffa puntuale; la ricerca di contributi  europei per la progettazione e lo sviluppo della fabbrica dei materiali così come la richiesta del supporto regionale per il decommissioning.

Queste le percentuali dei voti: oltre il 53% dei soci ha scelto l’ipotesi “fabbrica dei materiali” mentre il 15% ha votato per il revamping (i rimanenti soci si sono astenuti).

per approfondimenti:

 Accam tutti allineati contro l'inceneritore

La soddisfazione del Comune di Vanzaghello.