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Il futuro della ricerca comincia in classe a Castano Primo

Gli studenti del “Torno” a tu per tu con Andrea Mattevi, ricercatore AIRC

torno castano

In occasione della campagna nazionale “I Giorni della Ricerca”, l’AIRC torna tra i banchi di oltre 90 scuole di I e II grado per presentare un ricercatore, la sua esperienza professionale e personale di vita, per avvicinare i giovani alla bellezza della scienza, facendo loro scoprire le nuove frontiere della ricerca sul cancro.
Al “Torno” di Castano Primo, lo scorso 7 novembre gli studenti e i docenti di classe terza degli indirizzi Biotecnologie sanitarie e Biotecnologie ambientali hanno così potuto conoscere da vicino il Prof. Andrea Mattevi, ordinario di Biologia molecolare presso l’Università di Pavia e volto noto dell’AIRC.
Da anni, Mattevi si occupa di determinare la struttura molecolare delle proteine NADPH ossidasi, coinvolte nei processi di infiammazione messi in atto dai tumori, allo scopo di progettare nuovi farmaci capaci di modularne il funzionamento.

In modo semplice e chiaro, pur senza rinunciare alla terminologia specifica e alle categorie concettuali che contraddistinguono le scienze biologiche e con le quali gli studenti dei due indirizzi stanno familiarizzando, Mattevi ha spiegato ai ragazzi che il “cancro” non è un’entità precisa, ma un modo per definire una serie di malattie anche molto diverse tra loro per origine, decorso e tipo di trattamento, anche se accomunate da alcune proprietà. Ha poi sottolineato il concetto di “evoluzione clonale”, arduo campo di battaglia dei ricercatori. I tumori – si sa – nascono da un’unica cellula che poi, in modo incontrollato si divide e prolifera. Le cellule tumorali, dunque, sono dei cloni della cellula di partenza. Il vero problema, tuttavia, è che non solo le cellule seguitino a proliferare, ma che, in quanto malate, siano instabili nel loro genoma e, dunque, soggette a continue mutazioni. Se fossero tutte uguali, il sistema immunitario le riconoscerebbe, ma poiché mutano, non vengono intercettate e, di conseguenza, resistono anche alle terapie. Questa è la vera sfida dei ricercatori impegnati a rendere sempre più curabili le malattie oncologiche.

Di particolare efficacia comunicativa la similitudine impiegata dal professore, da più di vent’anni in prima linea nella lotta contro i tumori, per alludere al proprio impegno scientifico.
“Il ricercatore – ha affermato Mattevi – è come uno staffettista: ha preso il testimone a chi lo ha preceduto e corre, determinato e concentrato, la propria frazione, per poi passarlo a chi sarà pronto a raccoglierlo e a dargli il cambio”.

Non possiamo sapere quanti ricercatori in erba si nascondano fra gli studenti del Torno, ma quel che è certo è che il seme è stato gettato. Grazie alla professoressa Mariacarla Zoia, che dallo scorso anno scolastico ha aperto le porte dell’Istituto all’AIRC e alle sue fondamentali campagne di prevenzione, e al prof. Matteo Chiodini, gli studenti delle classi 3^C BTA, 3^B e 3^ D BTS sono impegnati in un progetto educativo-didattico di ampio respiro che, ad attività svolte in aula e nei laboratori di biologia dell’Istituto, affianca interventi di relatori esperti di alto livello.

Finalità del progetto: sensibilizzare gli studenti in ordine al valore della ricerca scientifica e alla problematica dei finanziamenti, ma anche promuovere comportamenti di cittadinanza attiva e stili di vita sani, essenziali per prevenire l’insorgenza di malattie oncologiche.
Il prossimo appuntamento è previsto per lunedì 11 dicembre. In quella data, la Dottoressa Marta Ponciroli, Medico di Medicina generale, affronterà il tema della prevenzione primaria dei tumori e delle malattie cardiovascolari.

Laura Fusaro

Redazione
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Pubblicato il 11 Novembre 2023
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