Buonasera. Siamo qui, io e mio marito, al Pronto Soccorso di Legnano, in attesa di essere chiamati per un visita a mio marito, paziente fragile.
Il luogo è affollato, come al solito e gli infermieri devono tenere a bada varie umanità:  mamme con bambini, anziani, italiani, stranieri. Ognuno con un problema e con una richiesta. Ogni tanto scompaiono per valutare  nuovi arrivati.
Sono le 19 e noi simo qui, come altri dalle 11 di venerdì mattina. Il nostro turno non arriva mai, sempre 7 persone davanti a noi. Ogni volta che cerchiamo di far presente la situazione ci troviamo di fronte a risposte non sempre cortesi che ci fanno intendere che non si può fare altro: i medici e gli infermieri sono sopraffatti dalla mole di lavoro, non ci sono più spazi disponibili: “Ma insomma cosa volete da noi?”
Qualche paziente perde le staffe ed è comprensibile, altri attendono… attendono.
Nel frattempo, la situazione di mio marito peggiora, sale la febbre e otteniamo un posto su una barella, ma “comunque dovete aspettare il vostro turno”, ci dicono. Mi chiedo quando sarà il nostro turno, perchè qui tutti corrono ma si accorgeranno che un paziente sta male? E’ terribilmente frustante!
Alle 20 abbiamo rinunciato! Mio marito si è rifiutato di passare la notte al PS. Non ha visto un medico e gli hanno preso la febbre perché io ho questionato. È un disastro!
Lettera firmata