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LA VICENDA CARLO BORSANI: NON SI PUO' RIVISITARE LA STORIA A PROPRIO PIACERE

18 Settembre 2010

Come noto, domani, domenica 19 settembre, non si svolgerà una cerimonia, organizzata dalla Associzione Il Fante di Legnano, durante la quale sarebbe stata rievocata anche la figura di Carlo Borsani, medaglia d'oro al valore militare e che, dopo aver aderito alla Repubblica Sociale Italiana, venne ucciso da partigiani al termine della seconda guerra mondiale.

Tuttavia, ancora oggi, dopo alcune nuove considerazioni sulla stampa locale, l'ANPI di Legnano e, insieme, Federazione della Sinistra, Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi,  hanno voluto tornare sulla questione, diffondendo i seguenti comunicati:

 

La Segreteria di Sezione dell'ANPI , riunitasi sabato 18 settembre 2010:
Rileva con rispetto il comportamento del sottotenente del Regio Esercito Italiano Carlo Borsani sul fronte albanese a cui venne concessa la medaglia d’oro al V.M. dall’allora legittimo governo italiano.

Stigmatizza il voltafaccia dello stesso Carlo Borsani, che in spregio al giuramento prestato, si mise al servizio della RSI, governo illegittimo voluto e creato da Hitler e sostenuto col terrore dall’occupante tedesco. Incitava, nei suoi scritti, “ a lottare contro il nemico interno, (gli antifascisti) a scovarlo, annientarlo “. In una guerra ormai verso la fine, ancora illudeva giovani idealisti reclutandoli al massacro, invitandoli “ a combattere per la instaurazione del nuovo ordine europeo promesso dal Duce e dal Führer “. Questo era il futuro che Borsani sognava per la nostra Patria, per tutti noi.

Ricorda i dolori e le tragedie abbattutesi sulla nostra Italia a causa del nazi-fascismo, i paesi ed i borghi incendiati, le migliaia di vecchi, donne e bambini massacrati con i loro sacerdoti dinnanzi alle chiese. Ricorda S. Anna di Stazzema, Marzabotto, Boves e via elencando. Le deportazioni, le torture, le uccisioni di tanti patrioti . Ricorda il così nominato “Circul di sciuri” nella nostra città in via Alberto da Giussano, dove, per mezzo di una botola, si scendeva nel sotterraneo degli interrogatori e delle torture. Rende omaggio alle centinaia di migliaia militari con le stellette che, dopo l’8 settembre, sotto il tricolore, combatterono per riscattare l’Italia, affrontando la morte come a Corfù, a Cefalonia, o subendo la deportazione nei campi di lavoro forzato nazisti. Ricorda il primo gruppo combattente “Legnano” del rinato Esercito italiano che, a Mignano Montelungo, inflisse la prima sconfitta all’occupante tedesco.

Rende omaggio ai partigiani di ogni fede che combatterono e morirono sui monti, ai resistenti nelle città, ai lavoratori che con la lotta nelle fabbriche evitarono lo smantellamento dei macchinari nella Germania nazista.

Respinge con fermezza ogni tentativo di equiparazione ideale tra coloro che sostenevano la dittatura nazi-fascista e coloro che combatterono e si sacrificarono per darci questa nostra nuova Italia libera e democratica.

Federazione della Sinistra, Partito Democratico, Sinistra Ecologia e Libertà, Verdi
desiderano precisare quanto segue:

– Le responsabilità di Carlo Borsani quale strenuo difensore della causa nazifascista sono ampiamente documentate dalla storia, e niente è possibile aggiunger né togliere.

– Il comunicato emesso dalle forze politiche del centrosinistra in merito alla vicenda Borsani con tutta evidenza non intendeva censurare le scelte dell'associazione del Fante (non a caso mai citata nel comunicato stesso), ma criticare la decisione dell'amministrazione comunale di concedere il patrocinio e di ospitare in piazza san Magno la cerimonia. Altrettanto chiaramente il comunicato segnalava il rischio che la commemorazione offrisse spunto per inaccettabili revisionismi o manifeste apologie di fascismo.

– Le dichiarazioni di Mauriello (pubblicate sulla Prealpina e su Il Giorno in data 17 settembre, n.d.r.) confermano in pieno tali timori e la volontà di proporre impossibili equiparazioni fra le parti in lotta, mettendo sullo stesso piano chi morì per la libertà di tutti e chi perse la vita difendendo una dittatura sanguinaria.

 – disonestà intellettuale dimostra chi velatamente e implicitamente ha attribuito ai partiti estensori del comunicato l'intenzione di provocare incidenti nel corso della cerimonia: a tal proposito si ricorda che era invece intenzione del centrosinistra organizzare un presidio nella giornata di sabato 18 settembre per informare la città sulla figura storica di Borsani e sul suo ruolo nella repubblica di Salò, contestando le scelte dell'amministrazione comunale in modo quindi del tutto pacifico e democratico.

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