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La spada tagliente di Rino Franchi sulle vicende paliesche

Generico 2018

21 Maggio 2020

In due interventi separati, Rino Franchi, past vice gran maestro dalla… penna tagliente come la spada di un vigoroso capitano medievale, commenta gli ultimi eventi che stanno agitando il Palio di Legnano.

Il primo  a difesa del progetto per un Fondazione che liberi il Palio dal “giogo” del Comitato Legnano 1176. L’altro susseguente alle dimissioni del cavaliere del Carroccio, Mino Colombo.

LA FONDAZIONE

«Lei Direttore sa, anche perché lo sottolineo spesso, che il sottoscritto ha bazzicato l’ambiente per una sessantina d’anni, pertanto ne ho visto e sentito di tutti i colori. Sa quante promesse si sono infrante su scuse banali, da parte dell’Amministrazioni Pubbliche di tutte le bandiere, che si sono succedute prima di ogni elezione? Quasi tutte! Solo un paio di primi cittadini si sono poi impegnati nel realizzare quanto promesso.
Fatta la premessa, mi ha stupito e nello stesso tempo meravigliato l’atteggiamento dei politici presenti a un mini convegno in video sui social. Forse sono stati illuminati… “nel cammino verso Damasco”. Non li avevo mai sentiti così appassionati. Oltre a proteggere la tranquillità dei volatili, oggi quasi urlano a tutti i cittadini l’importanza della manifestazione. Dichiarano pure la volontà con attività di marketing spinta, di voler “esportare” il nostro Palio fuori le mura di Legnano. Sa quante volte è stato detto? Poi quando bisognava agire la scusa era la solita, non ci sono soldi, il patto di stabilità ecc.ecc., sempre la stessa solfa.
Non è passato molto tempo, chiedo ai Signori relatori: l’anno dell’Expo dove eravate? Mai sentito un intervento. Contrari alla Fondazione, perché? Mai intervenuti per supportare le attività delle Contrade! Che ora vengono descritte come opportunità irrinunciabile per la città. Ho sempre sentito scetticismo, forse definibile anti Palio.
L’altra sera è cambiato tutto. In premessa l’Avvocato si schiera a difesa del Gran Maestro che ha dovuto disertare l’incontro su pressioni dell’ambiente. E’ vero Avvocato! Tutti noi, non alla ricerca di vetrine abbiamo, piaccia o no, fatto capire che si trattava di un errore clamoroso fare da “sponda” ad un partito politico! Cosa mai successa in sessantotto anni di Palio!
Per quanto riguarda la possibile Fondazione, è stato approntato uno statuto che ha tenuto conto delle esigenze delle contrade. Per sua informazione Avvocato, il tutto è stato accettato ovviamente dalle Contrade primi attori della manifestazione, dall’Amministrazione Pubblica, dal Collegio dei Capitani e delle Contrade e dalla Famiglia Legnanese.
Lei parla di una organizzazione più snella, io posso essere d’accordo con lei. Essendo stato un componente del tavolo di lavoro della Fondazione. Certamente non abbiamo preso Legnano 1176 come modello! Al momento della costituzione di questo “ente” che ente non è (Legnano 1176), mi ero già opposto in maniera decisa. Poi l’Assemblea ha deliberato per la sua nascita.
Legnano 1176 non è una opportunità o una commodity per il Palio, è una possibile trappola, di fatto gestita dal Comune (la dimostrazione è la situazione attuale). CDA previsto per la Fondazione è un po’ troppo “popolato”? Ma rappresenta la volontà comune di tutti i quattro gli Enti che la costituiranno. E’ probabile che lei non abbia conoscenze approfondite dell’ambiente che è molto “personalistico”. Del resto mi sembra assolutamente normale, visto il carattere di tutta la manifestazione, che ci siano più opinioni da concordare».

LE DIMISSIONI DEL CAVALIERE DEL CARROCCIO

«In questo scenario, non si può far finta che non sia successo niente, chi è a capo del Palio, con il suo consiglio, hanno la responsabilità di avere in qualche maniera, con azioni scriteriate, innescato un “processo” politico assurdo! Non credo che ai cittadini di buon senso questo aspetto sia sfuggito. Comunque la credibilità del Palio e di chi a retto nel tempo le sorti di ogni singola contrada è stata messa in discussione.
Proprio per questa ragione, a mio giudizio, ci sono tutte le motivazioni per chiedere al Gran Maestro, e a tutto il Consiglio, le dimissioni. Sarà una decisione che dovrà prendere l’assemblea dei Soci del Collegio dei Capitani e delle Contrade.
Sarebbe un atto dovuto verso tutti i cittadini e contradaioli che continuano a credere alla neutralità e trasparenza del Palio e dei suoi accoliti.
Io credo valga la pena di ripensare a tutto. Spero, con un sindaco all’altezza, si riesca a “rifondare” un movimento che è opportunità per tutta Legnano. Mi auguro venga percorsa la strada della Fondazione, unica ancora per salvare una eccellenza!»

Rino Franchi

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