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DOMENICA 26 PRESIDIO A BUSTO ARSIZIO PER L'ABOLIZIONE DELLA CARNE

23 Settembre 2010


Busto Arsizio si unisce alle città che partecipano alla Settimana Mondiale per l’Abolizione della Carne, che nelle passate edizioni ha visto scendere in piazza attivisti da tutto il mondo: Belgio, Bolivia, Brasile, Francia, Germania, India, Inghilterra, Irlanda, Italia, Portogallo, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera.

Gli animalisti bustocchi hanno scelto di rappresentare le condizioni di miliardi di animali senza nome rinchiusi negli allevamenti: mascherati e incatenati per ricordare che le vittime dell’alimentazione umana non hanno volto, mostreranno ai passanti filmati, materiali sullo sfruttamento animale e leggeranno testi sul tema della giornata.
 
Come un tempo i primi antischiavisti, loro intenzione sarà quella di mostrare che la carne e gli altri prodotti della sofferenza animale non sono soltanto un’abitudine dei singoli consumatori, ma sono una vera e propria istituzione: lo Stato e gli enti locali sostengono con fondi pubblici il settore dell’industria animale, scienziati, medici e mezzi di comunicazione sono continuamente mobilitati per difendere questa atrocità, mentre gli apparati legislativi di tutto il mondo sono schierate a tutela di chi trae profitto dalla vita di miliardi di vittime silenziose.
 
Di fronte a questa guerra silenziosa contro intere specie, essi ritengono che il primo passo sia quello di aprire un dibattito pubblico sulla legittimità di tale pratica, chiedendo esplicitamente di chiudere ogni allevamento e di abolire produzione e consumo di carne, latte, uova.
 
Che cosa sono le Giornate per l’Abolizione della Carne?

Le Giornate per l'Abolizione della Carne intendono promuovere presso il grande pubblico la rivendicazione politica di abolizione dell'assassinio di animali a scopo alimentare. Sei milioni di esseri sensibili vengono uccisi nel mondo ogni ora (!) per essere trasformati in carne; senza neanche contare il massacro dei pesci e la sofferenza di vacche e galline ovaiole, recluse, sfruttate ed infine ammazzate in giovanissima età.

Il consumo di carne e prodotti animali causa più sofferenza e morte di ogni altra attività umana, pur non essendo affatto necessario. Numerosi collettivi si mobiliteranno per promuovere la prospettiva dell'abolizione della carne. Non si tratterà semplicemente di incoraggiare i singoli individui a diventare vegetariani e vegani, ma di affermare, di fronte alla società, che la pratica di assassinare animali per mangiarli deve essere abolita. Nutriamo la speranza che questa iniziativa rafforzerà il movimento per gli animali nel corso degli anni.

È importante rivolgersi ai consumatori chiedendo loro di non comprare prodotti animali, ma dobbiamo cominciare a rivolgerci anche ai cittadini, come fecero i militanti per l'abolizione della schiavitù: essi, pur essendo in netta minoranza, non solo chiedevano alla popolazione di boicottare lo zucchero prodotto dagli schiavi, ma esprimevano anche in modo esplicito l'idea che la schiavitù doveva essere abolita. È importante oggi interpellare chiaramente la società intera sull'argomento della carne, affinché essa non possa più evitare le conseguenze di un dibattito pubblico sulla legittimità di questa pratica.

L.A.V. di Busto Arsizio 

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