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Brumana: “La spada di Franchi è tagliente, ma poco lucida”

Generico 2018

23 Maggio 2020

Rino Franchi, past vice gran maestro del Collegio dei capitani, con la sua doppia considerazione sulle vicende contradaiole, non ha affatto aiutato il Palio, ma «ha buttato benzina sul fuoco per assecondare gli intrighi, in un momento in cui invece il Palio, che quest’anno non potrà svolgere la sua manifestazione, che è in difficoltà per i residui della vicenda della sabbia, che ha perso lo storico Cavaliere del Carroccio e che si sta interrogando sul riassetto della sua organizzazione tramite una fondazione, ha bisogno di compattezza e di dialogo sereno e di buon senso. La spada di Rino Franchi può essere considerata tagliente e micidiale, ma certo non lucida e razionale».
Così l’avvocato Franco Brumana, leader del Movimenti dei cittadini,  risponde a Franchi con una lunga, dettagliata e articolata lettera che prende in esame l’argomento tornato d’attualità della Fondazione Palio, il ruolo della politica e dei politici nell’ambiente paliesco, la richiesta di dimissioni del gran maestro Giuseppe La Rocca da parte dello stesso Franchi.
Ecco le risposte di Brumana

LA POLITICA E I POLITICI
«E’ vero , non sono un “uomo di Palio” ma un cittadino che ama la sua città per la quale da sempre si da’ da fare con passione.
Non sono nemmeno un politico, nel senso deteriore usato da Franchi, che in modo preconcetto specifica che non ci si deve fidare delle promesse dei politici di fare conoscere il Palio al di fuori di Legnano per dargli una rilevanza nazionale.
Il povero Franchi evidentemente ha avuto a che fare con suoi amici politici di questa risma.
Non appartengo a un partito da decenni e sono stato candidato a Sindaco dagli oltre 900 legnanesi di diverse simpatie politiche, che si sono espressi con le primarie.
Come cittadino  e come candidato rivendico il diritto di esprimermi su ogni tema legnanese e quindi anche sul Palio.
Ho il diritto di esprimere il mio apprezzamento nei confronti del Gran Maestro, che conosco fin da quando era un ragazzino e delle contrade che arricchiscono la città con attività particolarmente importanti per la loro valenza aggregativa, culturale e sociale.
Ho anche il diritto di esprimermi sul progetto di Fondazione , che il Comune non ha ancora approvato e che ritengo debba essere ripensato e valutato con estrema attenzione e con un’analisi serena. Soprattutto con la correttezza che il guerriero Franchi non ha dimostrato perché mi ha attribuito false dichiarazioni ostili alla Fondazione».

FONDAZIONE
«Non ho mai detto di essere contrario alla Fondazione, ma ho solamente evidenziato alcune criticità della bozza di statuto in circolazione e ,come mia abitudine , affronto questo tema in modo aperto e con la disponibilità a cambiare idea a fronte di ulteriori informazioni e di un confronto con le opinioni altrui.
Non mi pare che questo statuto risponda alle esigenze delle contrade e ,ciò che è più importante di tutti i cittadini legnanesi ,assicurando uno strumento operativo agile ed efficace.
A mio modesto avviso sarebbe innanzi tutto opportuno che la Fondazione non sia presieduta dal Sindaco, ma da un esponente del Palio delle contrade e quindi dal Gran Maestro.
Penso addirittura che il Comune non debba farvi parte e che i rapporti tra questa istituzione, la Famiglia Legnanese e il mondo del Palio possano trovare una disciplina più consona con altri mezzi.
La Fondazione partecipata da un ente pubblico è uno strumento complesso, che pone molti problemi sin dal momento della sua istituzione perché occorre dimostrare un evidente interesse pubblico e la finalità di assicurare obiettivi di economicità, di efficacia, di efficienza e di buon andamento.
Occorre una verifica degli aspetti economici, patrimoniali e gestionali alla luce del bilancio comunale.
La Fondazione inoltre corre il rischio di poter essere considerata un organismo di diritto pubblico ,anche se dotato di personalità di diritto privato, come previsto all’art. 3 comma 26 del decreto legislativo 163/2006, con la conseguenza di essere soggetta a tutte le disposizioni che impongono l’evidenza pubblica negli appalti e nelle forniture.
Appare quindi conveniente, anche per questa ragione, evitare di accentuare la caratteristica pubblica della Fondazione con la presidenza del Sindaco.
E’ inoltre strana la previsione dello statuto riguardante un numero esagerato di componenti del Consiglio di Amministrazione. Ben otto oltre al presidente ! come se si trattasse di una società di enormi dimensioni.
Per un ente con compiti operativi, appare una soluzione controproducente e finalizzata solo ad attribuire posti di prestigio.
E’ decisamente anomala anche la previsione nello statuto di due incarichi retribuiti, perché in tal modo si impongono spese a prescindere dalle effettive necessità.
Se ne risulterà l’opportunità gli incarichi retribuiti potranno essere anche più di due, ma la loro obbligatorietà statutaria è priva di senso.
Qualche malpensante potrebbe immaginare che questi incarichi siano addirittura già stati prenotati».

DIMISSIONI DEL GRAN MAESTRO
«Franchi, come si è detto, alla fine della sua invettiva rivela che l’obiettivo suo e dei suoi amici è la testa del Gran Maestro, che vorrebbe decollare con la sua spada tagliente.
Gli imputa una compromissione con la politica, che in realtà non è mai avvenuta.
La partecipazione eventuale ad una trasmissione di omaggio al Palio da parte di Legnano Cambia era utile, anche perché come era prevedibile le visualizzazioni del video registrato sono già oltre 10.000 e crescono ancora ogni giorno.
Il Palio non è avulso dalla realtà cittadina e quindi la sua dirigenza farebbe bene a partecipare a iniziative di chiunque a fronte di garanzie di non compromissione politica, come quelle date da Legnano Cambia.
Come ho dichiarato esplicitamente, comunque ha fatto bene il Gran Maestro a non partecipare perché le tensioni in atto e fomentate da pochi maggiorenti rendevano inopportuna la sua presenza.
Ciò però non giustifica il deplorevole comportamento di chi ha fatto di tutto per sabotare l’omaggio al Palio, intimidendo con gravi pressioni gli altri partecipanti.
E’ stato un brutto episodio,  che ha gettato un po’ di discredito sul Palio nel suo complesso per colpa di uno o più dei suoi esponenti.
Occorre fare in modo di accantonarlo e di riportare armonia e coesione nella dirigenza del Palio».

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