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Effetti Covid-19: fatturato ridotto per le imprese dell’AltoMilanese

L'emergenza Covid-19 ha condizionato l’attività produttiva anche nel secondo trimestre dell'anno. Solo il 3% delle imprese ha registrato un aumento.

Confindustria Alto Milanese

L’emergenza Covid-19 ha condizionato l’attività produttiva delle imprese industriali dell’Alto Milanese anche nel secondo trimestre dell’anno. La produzione è infatti risultata in contrazione, senza differenze settoriali o tra singole aziende dello stesso comparto, per circa l’80% delle imprese del campione, rimanendo stabile per il 18%. Solo il 3% delle imprese ha registrato un aumento.

Anche il fatturato si è ridotto in maniera diffusa. Il 90% delle aziende intervistate ha segnalato un calo rispetto al primo periodo dell’anno, e soltanto il 5% una crescita.

Sostanzialmente invariati i livelli occupazionali, anche per le misure di contenimento previste dai decreti pubblicati nel periodo di emergenza. Segue la tendenza generale al ribasso anche il portafoglio ordini, con decrementi più forti nel mercato domestico.

Il recupero dovuto alla riapertura delle attività è soffocato da un’estrema incertezza sui tempi di uscita dalla crisi sanitaria. Il problema è la domanda per beni e servizi che resta bassa, frenando le imprese che hanno riaperto e facendo accumulare scorte. Come nel trimestre precedente, il clima di fiducia delle aziende resta improntato a una grande cautela, sebbene sia leggermente cresciuta la propensione a investire.

Il 32% delle intervistate effettuerà nuovi investimenti nei prossimi sei mesi (era il 26% nella rilevazione precedente), e ciò soprattutto per la volontà di mantenersi al passo con il mercato e i competitor esteri. Migliora anche l’aspettativa di fatturato: il 21 % delle aziende confida per il prossimo semestre in un incremento delle vendite (era il 5% a inizio anno), e il restante 79% si divide in uguale misura tra chi pensa a una riduzione e chi alla stabilità.

Le aziende hanno inoltre fatto maggior ricorso all’utilizzo di linee di credito per far fronte alla richiesta di liquidità, anche come impatto delle misure varate sui prestiti e al costo del denaro che si è mantenuto fermo.

Di seguito il punto della situazione per i settori Meccanica, Moda e Materie Plastice-Chimico. 


Meccanico. Produzione in flessione per il settore, accompagnata da una perdita di fatturato per l’84% delle imprese. Il flusso di nuovi ordini è calato soprattutto per le commesse interne. Per quanto riguarda le prospettive, le imprese meccaniche sono caute: le vendite sono previste in crescita per il 21% (era l’11% nell’indagine precedente), in abbassamento per il 42% (era l’89% nel primo trimestre) e sostanzialmente uguali per il 37%. Migliora la volontà di effettuare investimenti che riguarda il 58% del campione, decisamente in ripresa rispetto al 26% del periodo precedente.

Moda. Produzione, ordinativi (soprattutto Italia), e fatturato sono scesi nel secondo trimestre. La produzione in particolare è diminuita per l’88% del campione e nessuna azienda ha evidenziato un segno più. Con riferimento al semestre che verrà vi è incertezza: non sono attesi progressi significativi di fatturato e le imprese sono divise al 50% tra chi si attende un ulteriore decremento e chi si stabilità. Solo un’azienda su dieci intende investire.

Lavorazione Materie Plastiche e Chimico. Il secondo trimestre 2020 ha evidenziato segnali di contrazione per le aziende della filiera. La produzione si è infatti ridotta per il 75% delle imprese, con un grado di utilizzo degli impianti giudicato insoddisfacente. In calo anche fatturato e portafoglio ordini, così come il costo delle materie prime. Per i prossimi sei mesi, il 33% delle imprese si prefigura un aumento delle vendite e il 25% una diminuzione. Il 25% del campione (era il 31% nella precedente rilevazione) ha in previsione di realizzare nuovi investimenti.

Redazione
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Pubblicato il 08 Settembre 2020
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