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Bollate, il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria denuncia l’aggressione di un agente

Il sindacato sollecita “urgenti determinazioni per il carcere di Bollate”

"Proprio alcuni giorni fa, quattro agenti di polizia penitenziaria in servizio nel carcere di Prato sono stati indagati dopo la sua denuncia su presunte violenze subìte in cella. Ieri R.A., detenuto marocchino che sta scontando nella Casa di Reclusione di Bollate una pena di 9 anni e 4 mesi per violenza sessuale e che avrebbe registrato in diversi istituti di pena italiani presunti abusi da lui subìti da parte degli agenti della polizia penitenziaria, si è reso protagonista dell’ennesima violenta aggressione contro un poliziotto in servizio". La denuncia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE che sollecita “urgenti determinazioni per il carcere di Bollate” ed evidenzia come “questo nuovo grave evento critico è l’ennesimo finalizzato a destabilizzare l’ordine e la sicurezza in un carcere, che vede per protagonista sempre questo detenuto, che evidentemente crede di poter fare quel che vuole nei penitenziari del nostro Paese, ‘forte’ della sue denunce che però sono state quasi sempre archiviate dai giudici”.

Questa la ricostruzione di Alfonso Greco, segretario regionale SAPPE per la Lombardia: “Il detenuto, ieri vero le 15.30, mentre erano in corso le procedure di chiusura delle celle al VII Reparto detentivo del carcere, si rifiutava di entrare nella sua cella ed ha violentemente colpito con una testata al viso, senza ragione e senza motivo, l’Agente di Polizia Penitenziaria di servizio. Il poliziotto penitenziario è stato poi accompagnato presso il locale nosocomio per le cure del caso. A lui va la solidarietà e la vicinanza del SAPPE, ma è inaccettabile che sempre questo detenuto si renda responsabile di atti di violenza contro i poliziotti penitenziari, a Bollate ed in ogni altro carcere è ristretto”. 

Da Polignano, dove è in corso il XXX Consiglio Nazionale del SAPPE, il segretario generale Donato Capece ha aggiunto: “Le carceri sono più sicure assumendo gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano, finanziando gli interventi per far funzionare i sistemi antiscavalcamento, potenziando i livelli di sicurezza delle carceri, espellendo i detenuti stranieri. Altro che la vigilanza dinamica, che vorrebbe meno ore i detenuti in cella senza però fare alcunchè. Le idee e i progetti dell’Amministrazione Penitenziaria, in questa direzione, si confermano ogni giorno di più fallimentari e sbagliati. E dovrebbe far riflettere seriamente tutti colo che hanno preso per oro colato quel che ha detto questo detenuto, sempre al centro di violenze e turbative dell’ordine e della sicurezza in carcere. E’ stato destinatario, nel suo peregrinare nelle carceri italiani, di oltre 40 procedimenti disciplinari e deferimenti a diverse Procura della Repubblica per resistenza, minaccia, oltraggio e lesioni a pubblico ufficiale ed anche rinviato a giudizio per avere dato in escandescenza durante la permanenza in un altro carcere del Nord Italia e avere aggredito verbalmente e fisicamente alcune unità di Polizia Penitenziaria, tentando anche di colpirle con un rudimentale punteruolo”.
 

Redazione
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Pubblicato il 16 Maggio 2017
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