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Rho, richiede il permesso di soggiorno definitivo ma non sa una parola di italiano: indagata per truffa

Con la donna, 60enne di nazionalità marocchina, è indagato anche il direttore della scuola che ha rilasciato l'attestato di superamento dell'esame finale di lingua, documento che dovrebbe dimostrare l'idoneità al rilascio del permesso

Chiede il permesso di soggiorno indeterminato e presenta un attestato di conoscenza della lingua, ma non conosce una parola in italiano: acquisiti tutti i documenti ed al termine degli accertamenti la polizia ha deciso di indagare per truffa ai danni dello Stato e falsità in atti sia la donna marocchina, sia il direttore della Scuola che ha rilasciato l’attestato

M.A., 60enne cittadina marocchina abitante a Rho e già in possesso di permesso di soggiorno, si è infatti presentata al Commissariato di Rho Pero, dopo aver preso un regolare appuntamento on line, con tutta la documentazione necessaria per la richiesta del permesso di soggiorno indeterminato.

Per ottenere il permesso di soggiorno a tempo indeterminato e non più annuale o biennale, uno dei requisiti fondamentali è proprio la conoscenza della lingua italiana parlata e scritta. Per questa ragione la Prefettura di Milano organizza corsi presso Istituti scolastici privati  che, al termine di un ciclo, rilasciano un attestato di superamento degli esami di lingua italiana.

Tra i documenti presentati da M.A. gli agenti hanno infatti trovato anche l’attestato che una scuola di Rozzano, incaricata dalla Prefettura per l'insegnamento della lingua italiana, che riconosceva il superamento dell’esame finale da parte della donna con 83/100. I poliziotti allo sportello si sono però resi subito conto che la donna non comprendeva minimamente la lingua, neanche le parole più semplici e usuali, né tantomeno pareva in grado di scrivere in italiano, tant’è che la stessa si è presentata in compagnia del figlio, interprete delle richieste delle madre. 

Le verifiche hanno poi dimostrato che la donna aveva effettivamente superato il test con il risultato di 83/100: nessun errore di persona, dunque, l’attestato era stato rilasciato proprio alla donna.

Da qui la decisione di indagare per truffa ai danni dello Stato e falsità in atti sia la donna marocchina che il direttore della Scuola che ha rilasciato l’attestato. 

Redazione
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Pubblicato il 25 Maggio 2017
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