A chi chiedeva se nel suo ristorante sarebbe stato disposto ad assumere un ex carcerato, lo chef Carlo Cracco ha risposto che non ci sarebbe alcun problema e che ciò che davvero conta è il futuro, non il passato: sta in questa frase il senso del lavoro che si sta compiendo all'interno del carcere di Bollate con l'esperienza del ristornate InGalera, portata avanti da un gruppo di lavoro costituito essenzialmente da carcerati. E questo è stato il concetto più volte ribadito oggi in occasione della visita dello chef Carlo Cracco e del ministro ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina,che ha auspicato che lo stesso tipo di esperienza possa essere esportata e replicata anche in altri luoghi di detenzione del paese. 

Va ricordato che il ristorante InGalera è un vero e proprio ristorante collocato all'interno del  carcere di Bollate: ha 50 posti a sedere, è aperto mezzogiono e sera e come indicato sul sito di riferimento a chi si chiede le modalità di ingresso, si è fatto tutto il possibile "per semplificare la vita": "Prenotate telefonicamente; negli orari di apertura del ristorante troverete le stagiste della scuola alberghiera Paolo Frisi che vi accoglieranno nella guardiola e vi accompagneranno… InGalera! (Non è necessario lasciare documenti all'ingresso o depositare oggetti personali".