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La città metropolitana: pro e contro

Il convegno promosso dall'ACLI ha cercato di chiarire le idee circa questo nuovo ente con la collaborazione del professor Alberto Fossati, docente all'Università Cattolica di Milano...

Con la legge Delrio si è detto addio alle province, sostituite da "enti territoriali di area vasta".  Al convegno promosso dall'ACLI locale "Città metropolitana: opportunità o problema per i nostri territori?", tenutosi nel pomeriggio al Cottolengo di Cerro Maggiore, si è cercato di chiarire la situazione con l'aiuto del professor Alberto Fossati, docente di diritto pubblico e legislazione sociale all'Università Cattolica di Milano. 

"L'idea per questo convegno è sorta lo scorso anno e la recente elezione dei consiglieri della città metropolitana ha reso il giorno particolarmente adatto all'evento" commenta Carlo Caccia, presidente dell'ACLI cerrese. "Il tema è stato scelto perchè rischia di passare in secondo piano visti i problemi che l'Italia e l'Europa stanno vivendo. I cittadini hanno le idee confuse a riguardo e per questo è importante approfondire il tema" afferma Giuseppe Paleari, moderatore del convegno.  

"Gli organi della nuova istituzione sono tre" – inizia il professor Fossati – "il sindaco metropolitano, il consiglio e la conferenza metropolitana. Il sindaco metropolitano coincide con il sindaco di Milano, il consiglio ha il compito di approvare i piani dell'ente ed è costituito da 24 persone elette dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio e la conferenza metropolitana esprime pareri circa le scelte dell'ente. Le città metropolitane hanno finalità istituzionali generali: la cura dello sviluppo strategico del territorio metropolitano, la promozione e gestione integrata dei servizi, delle infrastrutture e delle reti di comunicazione di interesse della città metropolitana e la cura delle relazioni istituzionali. Ciò implica una riduzione dell'autonomia dei comuni. A queste condizioni le criticità sono molteplici" – continua Fossati – "il capoluogo rimane estremamente più forte dei paesi limitrofi, c'è la possibilità che si crei un conflitto di interessi in quanto il sindaco di Milano sarebbe anche sindaco metropolitano, la legittimizzazione degli organi è debole perché non sono eletti direttamente dai cittadini, manca la giunta e la gratuità della carica di consigliere metropolitano svaluta il lavoro di chi si impegna: è un ingiusto tributo alla demagogia. Affinchè la città metropolitana funzioni è necessario che il sindaco sia espressione della volontà popolare di tutti, e non solo dei milanesi, e che si attui una politica partecipativa. L'introduzione della città metropolitana è utile poichè è ormai difficile definire i confini amministrativi del conglomerato urbano di una zona come quella dell'altomilanese: c'è la necessità di una guida unitaria". 

Presenti al convegno il sindaco Teresina Rossetti, gli assessori Landoni, Banfi e Corti di Cerro Maggiore, il vicesindaco di San Vittore Marco Zerboni e il vicesindaco di Canegrate Anna Meraviglia. "Sfruttiamo chi è entrato in consiglio come il sindaco di Legnano Alberto Centinaio e il consigliere comunale Luciano Guidi: costruiamo intorno a loro una conferenza di sindaci della zona per creare un tavolo di discussione sempre aggiornato sui problemi del territorio" esorta in conclusione Giuseppe Paleari.      

Chiara Lazzati 

Redazione
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Pubblicato il 13 Ottobre 2014
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