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Dalla Bcc prestiti a tasso zero per rafforzare il patrimonio delle imprese

Il presidente Scazzosi: "Solo chi si rinforza riuscirà a superare la crisi. È questo il momento di sostenere il Rinascimento degli imprenditori che credono in se stessi"

Bcc

La sottocapitalizzazione è uno dei mali endemici del nostro sistema imprenditoriale, costituito per lo più da micro e piccole imprese. Pochi mezzi propri e tanto debito è la condizione in cui versano moltissime realtà, di certo non la migliore in un’ottica di ripartenza. (nella foto da destra: Roberto Scazzosi e Carlo Crugnola)

La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate schiaccia sull’acceleratore e per superare quella condizione propone prestiti chirografari, cioè finanziamenti non accompagnati da garanzie reali, come per esempio l’ipoteca, a tasso zero, restituibili fino a cinque anni, di importo pari al 60% dell’aumento del capitale sociale deliberato da artigiani e imprenditori per la propria impresa. Il costo è pari solo a 100 euro per l’istruzione della pratica.

La Bcc gioca d’anticipo perché per le imprese questo è il momento per rafforzarsi sul piano patrimoniale soprattutto per quelle, siano esse socie o clienti, che deliberano aumenti di capitale fino ad un importo di ulteriori 100mila euro.

Il meccanismo è semplice: se il titolare o i soci di una piccola impresa deliberano l‘aumento del proprio capitale sociale, ad esempio, di 25mila euro, dovranno anticipare 10mila euro, mentre i restanti 15 mila verranno loro prestati dalla Bcc. L’intera cifra andrà immediatamente ad aumentare il patrimonio dell’azienda e all’imprenditore resterà solo da restituire il prestito: stando nell’esempio, se avrà scelto i 5 anni, la rata mensile sarà di 250 euro.

Roberto Scazzosi, presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, sulle ragioni di questa proposta è molto chiaro: «Siamo profondamente convinti che solo efficaci misure pensate per favorire la patrimonializzazione delle imprese e per riequilibrarne la struttura finanziaria saranno in grado di attenuare i rischi di una ripartenza che stenta a decollare anche a causa della prolungata carenza di liquidità che hanno dovuto sopportare le aziende in dodici mesi di drastico calo di fatturato».

Molto del credito erogato fin qui dalle banche è andato a sostenere l’attivo circolante, ma la ripartenza ha bisogno di investimenti. Inoltre con la fine delle moratorie ci sarà un nuovo stock di Npl che influenzeranno le politiche di credito delle stesse banche. «Il maggior credito erogato con l’assistenza delle garanzie pubbliche, non sembra che nella maggior parte dei casi stia sostenendo l’accumulazione di capitale o una politica di investimenti, dal momento che viene utilizzato per la gestione della liquidità, portando quindi ad un aumento degli oneri finanziari per le imprese, che avranno conseguenze negative sulla creazione di valore aggiunto. In questo scenario, come banca locale avvertiamo la necessità di stringere con le “nostre” imprese un patto per il futuro del nostro territorio, delle nostre comunità, dei nostri figli, sostenendo in un’ottica di mutuo soccorso gli imprenditori che credono nella propria azienda. Non servono proclami o pomposi discorsi sulle buone intenzioni. È necessario dimostrare nei fatti, con progetti concreti e credibili, la propria voglia di ripartire. Se prevale la logica del “salvare il salvabile”, non ci riprenderemo mai da una crisi da cui certo non si esce piangendosi addosso, ma reinventandosi con coraggio e preparandosi al meglio a gestire la “nuova normalità” che stiamo vivendo. Chi si rinforza, perché crede in se stesso, riuscirà a superare la crisi e darà vita ad un nuovo Rinascimento degli imprenditori, che sempre troveranno nella nostra Bcc e nel nostro Gruppo bancario cooperativo Iccrea un partner pronto a fare la propria parte fino in fondo, garantendo credito, liquidità e rapide risposte».

Carlo Crugnola, direttore generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, invita le imprese a guardare con maggiore attenzione ai propri fondamentali finanziari. «La nuova legge fallimentare, cioè il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza – spiega Crignola – che è stato sospeso per via della pandemia ma che la cui entrata in vigore è prevista per fine anno, non tollera situazioni di patrimonio in negativo e pone al centro di tutto la costante valutazione della situazione economico-finanziaria, così da individuare tempestivamente un eventuale “stato di insolvenza futuro” e mettere in atto in tempi rapidi interventi risolutivi. Ma c’è di più: la storia recente ci ha insegnato che le aziende che non hanno problemi di patrimonio riescono a fare utili anche in tempi come questi. Perché avere la propria liquidità a disposizione in una congiuntura difficile non ha prezzo ed è un vantaggio competitivo per i margini che si riescono a fare nelle operazioni di mercato dell’economia reale, recuperando competitività e opportunità anche nello sconto con cui si riesce ad acquistare, liquidando subito il prezzo contrattato».

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Redazione
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Pubblicato il 13 Aprile 2021
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