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Prove tecniche di pace tra Palazzo Malinverni e la Franco Tosi sul nuovo PGT di Legnano

Dal comune un'apertura rispetto alle osservazioni presentate dalla Franco Tosi per la parte produttiva. Resta l'incognita sull'area ex Palazzine Trifone

franco Tosi Legnano

Parlare di pace è ancora prematuro, ma dopo qualche settimana ai ferri corti per il nuovo piano di governo del territorio adottato a dicembre dal consiglio comunale di Legnano la Franco Tosi Meccanica e Palazzo Maliverni sembrano avviati ad una tregua. Armata o meno, è un altro paio di maniche.

Convitato di pietra alla presentazione del libro “Così si salva una fabbrica – Storia della Franco Tosi di Legnano”, edito dalla Fiom e scritto dal giornalista de La Prealpina Luigi Crespi, proprio il nuovo PGT è la prossima sfida sul percorso della storica fabbrica di piazza Monumento, che dopo la partita industriale si trova a giocare quella urbanistica. Non senza scossoni: prova ne siano le critiche al vetriolo mosse dalla nuova proprietà alla variante allo strumento urbanistico, definita senza mezzi termini penalizzante per l’azienda.

«Oggi non siamo la Franco Tosi da 6mila dipendenti, ma abbiamo una visibilità nazionale importante – ha ribadito l’amministratore delegato Alberto Presezzi durante la presentazione del volume -: credo sia meglio un’aiuola in meno, una ciclabile in meno, ma che la Franco Tosi rimanga quello che è». Le questioni sul tavolo sono tante, e la Franco Tosi Meccanica le ha messe nero su bianco nella osservazioni presentate al nuovo PGT: si va dalla logistica legata ai mezzi necessari all’azienda, camion da oltre 50 metri e 180 tonnellate che inevitabilmente richiedono spazi altrettanto importanti, all’edificabilità dell’ambito di trasformazione in cui ricade l’azienda, ad oggi drasticamente ridotte dalla variante rispetto al PGT che sta per essere mandato in soffitta («Ci sarebbe una svalutazione aziendale anche in termini di bilancio che sarebbe disastrosa», ha sottolineato Presezzi).

Nei piani della Franco Tosi, però, c’è anche l’idea di creare spazi dedicati al personale straniero o comunque “fuori sede” e di aprire la fabbrica alla città, sul modello di altre esperienze industriali già presenti in Europa. «Terremmo veramente moltissimo ad un auditorium “Franco Tosi” utilizzabile non solo internamente ma anche da chi cerca spazi – ha spiegato Presezzi a margine del momento dedicato al libro -, realizzabile in un magazzino che riteniamo molto bello e molto adatto allo scopo, e poi ad una cantina Tosi con un museo, accessibile non solo ai dipendenti ma anche dall’esterno».

Idee che sembrano trovare un’apertura da parte di Palazzo Malinverni. «Nella fase della VAS le osservazioni dovevano riguardare gli aspetti ambientali – sono state infatti le parole del sindaco Lorenzo Radice a valle della presentazione del volume, dopo che già in quella sede aveva sottolineato la volontà che la Tosi e la sua parte produttiva restino lì dove sono -. Adesso è il momento giusto, il confronto è aperto ed è giusto che ci sia: è questa la fase in cui il PGT deve raccogliere le osservazioni, le critiche, le richieste di modifica e dire “sì o no” rispetto alla visione politica e ad una logica di insieme che deve avere il disegno per tutta la città. Quello che la Franco Tosi ha chiesto è ragionevole e sensato rispetto alla parte produttiva».

Se quel filone di osservazioni sembra quindi passibile di essere “sdoganato” con l’approvazione del piano di governo del territorio, altra partita è quella relativa all’area delle ex Palazzine Trifone. «Alcune delle cose che ha in mente la proprietà si possono fare – ha aggiunto il primo cittadino -, altre dovranno negoziarle perché è un ambito di trasformazione e per come l’abbiamo disegnato è un’operazione di trasformazione urbanistica rispetto alla quale ci sono temi legati alla ferrovia, alla viabilità, all’accessibilità e alle funzioni urbane. Alcune proposte sono assolutamente interessanti e interessano anche all’amministrazione: bisognerà sedersi al tavolo».

La partita, insomma, è aperta, e andrà giocata punto a punto. Anche perché sul tavolo c’è il futuro di un’azienda che ad oggi si trova davanti offerte molto importanti, soprattutto per un nuovo prodotto che potrebbe aprire le porte anche ad una crescita occupazionale per una realtà che già oggi ha circa 150 dipendenti diretti e 50 indiretti in azienda e un indotto che ne coinvolge altri 1.500.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Marzo 2024
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