Commosso addio a Legnano all’imprenditore filantropo Pietro Cozzi e a sua moglie Marisa Agliati, morti martedì 5 settembre in un tragico incidente stradale. Sabato 9 settembre alle 10, dopo giorni di profondo cordoglio per la città in tutte le sue espressioni, nella Basilica di San Magno sono stati infatti celebrati da monsignor Angelo Cairati, prevosto e decano di Legnano, i funerali dei coniugi Cozzi.

Accompagnati in basilica da un corteo funebre in auto partito dal Museo Fratelli Cozzi – aperto per tutti fino alle 17 dopo la celebrazione – che ha toccato alcuni punti di Legnano particolarmente significativi nella vita della coppia, come l’Istituto Dell’Acqua e la Famiglia Legnanese, i feretri di Pietro Cozzi e Marisa Agliati sono stati accolti da una basilica di Legnano e da un sagrato pieni di familiari, amici, rappresentanti delle istituzioni e semplici cittadini, segno tangibile della stima e dell’affetto di cui hanno sempre goduto in città.

Per l’ultimo saluto alla coppia, al quale ha presenziato anche il Coro Jubilate diretto dal maestro Paolo Alli, monsignor Cairati ha scelto di mettere al centro dell’omelia il tema della tenerezza. «In 42 anni è la prima volta che mi capita un funerale di coppia – ha sottolineato il decano e prevosto di Legnano -: proprio quello di Pietro e Marisa, due amici. La parola che unisce questa celebrazione è la parola tenerezza: la tenerezza di Dio che li accoglie e fa sì che non vadano perduti, come dice il Vangelo, ma anche la loro tenerezza. Hanno saputo articolare nel loro vissuto coniugale, pur nelle difficoltà e nelle fatiche che hanno tutte le coppie, la grammatica del divino. Sono stati sposati per 60 anni, prima sono stati fidanzati, e il loro amore è andato avanti e ha articolato il linguaggio di Dio: l’amore, la fedeltà, la dialogicità, la generatività, e questo è stato molto bello. Pietro, che sapeva di essere un uomo impegnativo, diceva “Mi ha sostenuto lei per tutta la mia vita”, e quando lei ha avuto bisogno ha deciso che si sarebbe totalmente dedicato a lei».

Poi un ricordo di chi sono stati Pietro Cozzi e Marisa Agliati. «Pietro era una persona traboccante di umanità – sono le parole con cui ha ricordato l’imprenditore monsignor Cairati -. Era un uomo inguaribilmente ottimista, estremamente generoso: se c’era un bisogno oggettivo, lui c’era e c’è sempre stato, non esitava, quando c’era del bene da fare “rompeva le scatole”. Era un uomo mai per sé, era sempre per gli altri, e aveva un grande amore per Legnano. Era un imprenditore geniale e creativo. Ha molto amato la sua famiglia. Aveva anche lui i suoi pensieri, le sue piccole fatiche, le sue preoccupazioni, ma sempre con uno sguardo di speranza».

«Marisa è stata il baricentro della famiglia – ha proseguito il celebrante -. Pietro era un vulcano, e lei ha fatto una scelta di campo: suo marito. Ha colto il profilo di Pietro, ha capito che lui senza fare quello che faceva non sarebbe stato sé stesso, e quindi si è dedicata a lui e lo ha sostenuto in tutto quello che faceva, e lui l’ha ricambiata. Erano persone di fede. Cosa accade adesso? La tenerezza di dio, che si chiama Spirito Santo, li avvolge. noi credenti crediamo che quest’uomo e questa donna non vadano perduti: ora vengono purificati, vengono consolati, ora sono tra le braccia del Signore che spalanca loro una vita nuova, compimento del loro battesimo. Non abbiate paura, non sono al buio».

Poi, al termine della cerimonia, è arrivato anche un altro saluto: quello del rombo delle Alfa Romeo, tanto care a Pietro e Marisa Cozzi, proprio come sarebbe piaciuto a loro. L’ultimo atto prima di un silenzio che racconta la commozione di tutta Legnano per la dipartita di quelli che i loro stessi figli hanno ricordato come due «supereroi a portata di mano».