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Piazza Pulita bis, il dibattimento rischia di slittare a dopo il processo di appello per Fratus, Cozzi e Lazzarini

Le difese hanno chiesto il rinvio del dibattimento ad una data successiva a quella fissata per il processo di appello per l'ex sindaco e i due assessori

tribunale di busto arsizio

Appena iniziato e già a rischio slittamento. Potrebbe essere rinviato all’estate, dopo il processo di appello per l’ex sindaco Gianbattista Fratus, il suo vice Maurizio Cozzi e l’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini, il dibattimento del processo Piazza Pulita bis, ovvero il secondo filone processuale nato dall’inchiesta che a maggio 2019 ha decapitato la giunta a trazione leghista di Legnano e nella primavera 2020 ha portato alle condanne “eccellenti” dell’ex primo cittadino e dei due assessori.

È questa infatti la richiesta formulata martedì 28 marzo, all’apertura dal dibattimento, dalle difese dei sette imputati coinvolti, alla quale non si è opposto il sostituto procuratore Nadia Calcaterra che coordina l’inchiesta. La decisione, però, è rimandata all’udienza in programma per il prossimo 13 aprile, quando verrà conferito l’incarico peritale per la trascrizione delle intercettazioni indicate dalle difese, e dipenderà anche dai tempi richiesti per l’operazione dal perito stesso.

Intanto il Tribunale di Busto Arsizio ha respinto al mittente le eccezioni sollevate all’udienza precedente dai legali degli imputati, che si erano appellate alla nullità del decreto che dispone il giudizio e, in subordine, all’inutilizzabilità delle intercettazioni per «violazione del diritto di difesa», contestando il mancato deposito dei supporti che contengono le intercettazioni stesse.

Nulla da fare neanche per le istanze della difesa Arensi, che aveva puntato il dito contro la costituzione di parte civile di Palazzo Malinverni, deliberata dall’allora commissario straordinario Cristiana Cirelli a pochi giorni dalle elezioni che hanno restituito a Legnano un sindaco, quando secondo l’avvocato avrebbe dovuto limitarsi all’ordinaria amministrazione se non per provvedimenti di natura improrogabile ed urgente.

Il Tribunale si è inoltre pronunciato sulle richieste di ammissione delle prove dei difensori, “bocciando” le istanze formulate da più legali per portare al banco dei testi i consulenti tecnici, chiamati secondo il giudice Giulia Pulcina a deporre «su questioni relative all’interpretazione e all’applicazione di norme giuridiche», come anche la richiesta della difesa Peruzzi di trascrizione integrale delle intercettazioni.

Per i fatti che ormai quasi quattro anni fa avevano azzerato l’amministrazione comunale di Legnano saranno chiamati in aula anche gli stessi imputati. Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, Enrico Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA, e Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, sono chiamati a rispondere dell’accusa di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione del conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA, della selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e della nomina del direttore generale di AMGA.

Luciano Guidi, invece, viene contestato un accordo stretto con Fratus in occasione del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 2017, quando proprio come il segretario provinciale della Lega era in corsa per la poltrona da primo cittadino: accordo in virtù del quale avrebbe barattato i propri voti con una nomina in una municipalizzata per la figlia. Per Flavio Arensi, infine, l’addebito riguarda il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del Comune di Legnano, che secondo gli inquirenti sarebbe stato cucito su misura proprio per il critico d’arte.

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Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Marzo 2023
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