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Ripartenza in vista per il cantiere Aler in via delle Rose a Legnano

I lavori per le case Aler di via delle Rose sono fermi ormai da anni per problemi legati all'impresa che si stava occupando della loro realizzazione

Sgombero case Aler Legnano

Sblocco in vista per il cantiere per la realizzazione di tre palazzine Aler in via delle Rose, nel quartiere di Mazzafame. Fermi ormai da anni per problemi legati all’impresa che si stava occupando della costruzione dei 59 alloggi di edilizia residenziale pubblica e la conseguente necessità di riassegnazione, i lavori sono ormai prossimi alla ripartenza: l’ultimo passo per il riavvio arriverà con l’insediamento della giunta di Attilio Fontana in Regione, che dovrà deliberare lo stanziamento dei relativi fondi, atto rimasto in stand by nel periodo limitato all’ordinaria amministrazione prima delle elezioni regionali.

L’aspettativa di Palazzo Malinverni è che nel 2025 la sessantina di appartamenti che verranno realizzati possano entrare nel circuito degli alloggi del servizio abitativo pubblico messi a bando nell’ambito del Piano di Zona dell’Alto Milanese, dando nuova linfa ad un sistema che, per quanto riguarda Legnano, nei mesi scorsi è stato già rivitalizzato con la rinnovata disponibilità della cinquantina di alloggi nel complesso Aler di via Carlo Porta, vuoti ormai da anni. Alla causa contribuiranno anche i lavori di recupero di 16 appartamenti del servizio abitativo pubblico in precedenza sfitti per carenze di manutenzione che la giunta ha approvato la scorsa estate.

Quella di «rimettere in moto la circolazione degli alloggi pubblici» è la strada fin da subito seguita dall’amministrazione Radice, nella cui scia si inserisce anche lo “snellimento” dell’iter per la riassegnazione delle abitazioni, che in precedenza rientravano tra quelle disponibili per i bandi solo dopo una ristrutturazione completa mentre ora tornano disponibili dopo una più rapida messa a norma. Le case popolari sono infatti un tassello fondamentale per la risposta all’emergenza abitativa con cui anche Legnano deve fare i conti nonostante le 6mila abitazioni – poco meno del 20% del totale di quelle censite – che in base ai dati Istat non risultano occupate né dai proprietari, né da affittuari, né ad altro titolo. Anche perché quello delle case vuote è un patrimonio immobiliare rispetto al quale «domanda e offerta non trovano corrispondenza», come sottolineano l’assessore alla partita Anna Pavan e il consigliere con delega alle Politiche abitative Mario Brambilla.

Fin dai primi mesi dopo l’insediamento, peraltro, l’amministrazione, incrociando i dati che arrivano dai diversi uffici coinvolti, ha lavorato per mappare la situazione abitativa di Legnano e di conseguenza capire chi abbia bisogno di una casa. Mappatura che nel 2022, grazie al doppio bando per gli alloggi del servizio abitativo pubblico, si è concentrata anche chi in città ha risposto all’avviso pubblico, che in entrambi i casi ha raccolto circa 200 domande. Le due platee coincidono solo in parte, dal momento che un’ottantina degli utenti che hanno partecipato al primo bando non si sono poi fatti avanti anche per il secondo, ma permettono di farsi un’idea di quanti in città sono effettivamente alle prese con un “problema casa”. Problema rispetto al quale entra in gioco anche il limite del 20% degli alloggi disponibili annualmente assegnabili alle famiglie indigenti fissato dalla legge regionale.

In attesa dei nuovi alloggi in fase di ristrutturazione o di prossima realizzazione, intanto, una risposta all’emergenza abitativa continua ad arrivare dall’housing sociale. La residenzialità temporanea legata a situazioni di fragilità sociale a Legnano si articola ad oggi in appartamenti in coabitazione tra più nuclei familiari, la cui assegnazione è subordinata all’accettazione di un percorso di “riabilitazione” diversificato in base alle problematiche da affrontare. In città sono una quarantina i nuclei familiari attualmente ospitati con questa formula.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 16 Febbraio 2023
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