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Sempre più persone senza casa, così Legnano affronta l’emergenza abitativa

Il vicesindaco ha risposto all'interrogazione presentata dalla consigliera comunale della Lega sulla famiglia di Ignazio Cadoni, costretta a dormire in auto con sue figlie e la moglie incinta

«L’emergenza abitativa riguarda numerose famiglie e persone sole: una situazione seria che la nostra amministrazione sta affrontando su diversi fronti». A parlare è l’assessore ai servizi Sociali, Anna Pavan, chiamata a relazionare in consiglio comunale sugli aiuti che il Comune riserva alle famiglie senza fissa dimora. Il vicesindaco ha risposto all’interrogazione presentata dalla consigliera comunale della Lega, Daniela Laffusa che ha chiesto nuovamente i motivi per cui «la stessa celerità usata per trovare alloggio ai profughi afghani non sia stata riservata anche alla famiglia di Ignazio Cadoni, costretta a dormire in auto con sue figlie e la moglie incinta.

40 LEGNANESI IN HOUSING SOCIALE

La spiegazione è stata chiara: «Ogni situazione di emergenza sociale è presa in carico da professionisti formati dei nostri servizi sociali con lo scopo di tamponare l’emergenza ma anche di costruire un percorso di autonomia nel medio e lungo periodo – ha spiegato Pavan – un percorso importante anche per la loro dignità». Oltre al Cas (Centro di Accoglienza Straordinario) e al Sai (Sistemi di accoglienza e integrazione), entrambi regolati dalla legge nazionale e sotto il controllo del Ministero degli Interni, attualmente destinate ai profughi, ci sono le case di edilizia popolare (soggette a regolamenti regionali) e l‘housing sociale, soluzioni abitative temporanee per situazioni di emergenza abitativa: in questo momento beneficiano di questo servizio una quarantina di Legnanesi. «L’assessore dell’amministrazione che ci ha preceduto ha inserito regole più stringenti introducendo l’accreditamento dei gestori, le tariffe e diverse modalità di accesso, personalizzate per ogni persona o nucleo familiare». Il Comune può pagare anche l’albergo ai suoi concittadini in difficoltà «ma solo in casi di emergenza straordinaria e per pochi giorni come è accaduto in caso di incendi di appartamenti». Per affrontare l’emergenza abitativa, acuita dopo lo sblocco degli sfratti, l’amministrazione comunale sta agendo su due fronti: «Non lasciando le case di edilizia popolare vuote – siamo passanti da 50 a 7 appartamenti vuoti – e sensibilizzando maggiormente i privati sull’affitto delle proprie abitazioni sfitte». 

“FAMIGLIA CADONI SEGUITA DAL 2019”

Nel caso specifico della famiglia Cadoni, Pavan ha spiegato che il nucleo è stato preso in carico dai servizi sociali dal 2019: «Sono state intraprese tutte le azioni di confronto con il proprietario di casa per evitare lo sfratto e in seguito sono state loro proposte soluzioni di housing sociale, rifiutate». Dopo la nascita del terzo bambino sono stati proposti due appartamenti separati ma vicini: il sindaco ha anche aggiunto che sono arrivata proposte di appartamenti da parte di privati e ha nuovamente invitato il padre di famiglia a recarsi ai servizi sociali, le cui porte sono sempre aperte.

LAFFUSA: “È UNA QUESTIONE DI CUORE”

Assolutamente non soddisfatta della risposta, la consigliera della Lega Laffusa: «Questa è una questione di cuore – ha detto la consigliera della Lega -, si sarebbe potuto andare oltre la burocrazia facendo semplicemente una chiamata al Prefetto per evitare che una donna incinta dormisse in macchina. Invece si continua a chiedere di dividere una famiglia. Come sempre sarà il volontariato a dare una soluzione a una situazione di emergenza straordinaria»

Dal Comune due case separate (ma vicine) per la famiglia che viveva in auto a Legnano, il padre: “Non ci dividiamo”

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Dicembre 2022
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