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Rinasce la villa confiscata alla ‘ndrangheta a Legnano, tutto pronto per il centro antiviolenza

Legnano si candiderà anche come ente capofila della Rete antiviolenza Ticino Olona per il 2022, quando Cerro Maggiore cesserà dal ruolo

Violenza sulle donne

Si chiude il cerchio per la rinascita della villa nella zona nord di Legnano sequestrata alla criminalità organizzata quasi dieci anni fa: nei giorni scorsi la giunta di Legnano ha dato il via libera alla concessione in uso gratuito dell’immobile al comune di Cerro Maggiore, capofila della Rete antiviolenza Ticino Olona, ultimo passaggio formale necessario per permettere all’edificio di diventare la nuova sede del centro antiviolenza e per farne una casa verso la semiautonomia per le vittime di violenza in vista del loro reinserimento sociale ed economico.

La villa era stata sottratta alla ‘ndrangheta nel 2012 e poi assegnata al comune di Legnano dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nel 2015. L’anno successivo Palazzo Malinverni, dove allora sedeva come sindaco Alberto Centinaio, aveva messo la villa a disposizione della Rete antiviolenza per farne una struttura di accoglienza, obiettivo per il quale c’era stata poi anche la partecipazione ad un bando regionale attraverso il quale finanziare gli interventi di adeguamento necessari. L’iter era poi proseguito anche sotto dell’amministrazione guidata da Gianbattista Fratus, ma il futuro dell’edificio, che negli anni è finito a più riprese al centro delle polemiche tra occupazioni abusive e diatribe politiche per la “pubblicizzazione” della destinazione cui sarebbe stato adibito, era comunque rimasto in stand by fino a dicembre 2020, quando sono stati deliberati gli ultimi lavori di riqualificazione necessari. Conclusi a marzo questi “ritocchi”, nei giorni scorsi c’era stato il via libera al contratto di concessione in uso gratuito dal comune di Cerro Maggiore e ora quello di Legnano, che nella stessa delibera ha anche manifestato la volontà di candidarsi per guidare la Rete antiviolenza per il 2022, all’indomani della cessazione dal ruolo dell’attuale capofila.

«Dopo quasi cinque anni dalla scelta compiuta dalla giunta Centinaio di mettere a disposizione questo bene della Rete antiviolenza, perfezioniamo un percorso che riveste un grande valore simbolico e concreto – sottolinea l’assessore alle pari opportunità Ilaria Maffei -. Legnano si è impegnata in questi anni con la Rete antiviolenza per la ristrutturazione dell’immobile e adesso lo mette a disposizione del comune capofila della rete per avviarne l’operatività. Nella stessa delibera dichiariamo anche l’intenzione di candidarci a ente capofila della rete antiviolenza Ticino Olona, ruolo da cui Cerro cesserà alla fine dell’anno. È la dimostrazione della nostra volontà di essere in prima fila per le iniziative di prevenzione e contrasto della violenza sulle donne».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Aprile 2021
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