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Riccardo Ciapparelli e il nuovo impegno con il Palio: “Mi mancheranno i restauri a Sant’Ambrogio”

Il neo cavaliere del Carroccio si è "confessato" sulla rivista della Famiglia Legnanese "La Martinella", con una intervista della prof.ssa Carla Marinonio

Legnano palio

Una intervista al neo cavaliere del Carroccio, Riccardo Ciapparelli, è uno dei servizi di maggior interesse pubblicati sul numero di Gennaio 2021 della rivista La Martinella, periodico ufficiale della Famiglia Legnanese. Ciapparelli è stato intervistato dalla prof.ssa Carla Marinoni, già gran priore di San Bernardino, contrada nella quale proprio l’attuale “cavaliere” è cresciuto fino a raggiungere la carica di capitano. Per l’edizione digitale della rivista, cliccare qui

Abbiamo incontrato il cavaliere del carroccio, fresco di nomina, legnanese doc, uomo di palio laborioso e appassionato che ridà lustro ad una carica rimasta vacante, dopo le improvvise dimissioni di Mino Colombo, a maggio. Riccardo ha raggiunto, passo dopo passo, tutti i traguardi nella “sua” contrada San Bernardino tanto che dichiara di “avere il cuore bianco-rosso”. Dopo il suo ingresso a 10 anni, diventa paggio, sbandieratore, consigliere, gonfaloniere, priore, scudiero, capitano 2001-2004. A livello cittadino è cerimoniere, maestro d’armi, cancelliere, membro del Comitato palio, consigliere del direttivo, responsabile della commissione costumi. Non contento, dal 2015 segue per il Collegio il restauro nella chiesa di S. Ambrogio in collaborazione con l’Accademia di Brera. La carica di Cavaliere rappresenta un riconoscimento all’impegno, alla tenacia, alla serietà di chi si attiva non per apparire, ma per contribuire a far bene.

Cosa vuol dire per te essere uomo di palio?
«Essere partito dalle basi da ragazzino nella “ mia” contrada e aver imparato da uomini da imitare  come esempio di comportamento sia nel Palio, sia nella vita. Grazie a loro ho potuto fare la gavetta solo perché mi hanno considerato degno di essere allenato. In molti eravamo sulla linea di partenza, ma pochi giungevano alla meta perché occorrevano anni per salire da un gradino all’altro. Certo ci sono sempre stati i momenti di allegria, di divertimento, di leggerezza, ma poi si partiva con serietà per imparare dai migliori, sto parlando di come andavano allora le cose».

Come cavaliere devi abbandonare qualche cosa che ti dispiace?
«Forse avrò meno tempo per seguire gli affreschi della chiesa di Sant’Ambrogio, ma cercherò di esserci mantenendo le medesime linee guida e gli stessi contatti. Infatti l’Accademia di Brera, la prof. e gli studenti sono abituati a lavorare in modo ormai consolidato. La chiesa, inoltre, sarà monitorata con sistema 3D in maniera da poter vedere e tenere sotto controllo tutti i particolari».

Hai dichiarato che desideri attuare un programma a 360 gradi. Cosa intendi?
«In questo lungo periodo di pandemia essere vicini ai legnanesi con progetti di solidarietà o momenti di svago on line, ma in seguito allentate le restrizioni, approfondire con attività ad hoc le varie sfaccettature del Palio: la componente storica, quella culturale, la vita di contrada, la corsa. Mi riferisco ai costumi comunali, alle attività sociali, alle varie manifestazioni collaterali, alla corsa ed al suo aspetto veterinario…».

Come acquistare autorevolezza?
«Portando all’esterno la manifestazione, trovare luoghi prestigiosi per proporre la nostra storia: palazzi o sedi artisticamente importanti; coinvolgendo istituzioni a noi vicine e soprattutto essere capaci di elaborare “progetti esemplari” per valorizzare il nostro saper fare. Gli auguriamo di realizzare questi propositi!»

Carla Marinoni

Redazione
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Pubblicato il 04 Febbraio 2021
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