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Il giorno e la storia – Samuele Turconi incarcerato a Varese

Il dicembre di Samuele da una sua Intervista all’E.I.A.R

Il giorno e la storia, mese di dicembre

12 dicembre 1944 – Il dicembre di Samuele da una sua Intervista all’E.I.A.R. (radio nazionale)

Sabato sera, 16 giugno 1945, a Milano alla sede dell’E.I.A.R., l’Ente Nazionale per le Audizioni Radiofoniche che prenderà nel 1954 il nome di R.A.I., venne intervistato per “Radiotricolore” il legnanese Samuele Turconi, comandante della 101^ Brigata Garibaldi GAP di Gorla Maggiore e Legnano Mazzafame.
Ecco il dicembre‘44 di Samuele nelle domande dell’intervistatore e nelle risposte di Samuele stesso, nome di battaglia Sandro.

INTERVISTATORE – Verso la fine dell’anno scorso ho saputo che sei stato arrestato.
SAMUELE – Sì, il 12 dicembre 1944, a Besnate, in provincia di Varese.

INTERVISTATORE – Racconta qualcosa sul trattamento che ti hanno usato i briganti neri.
SAMUELE – Innanzitutto debbo dire che uno dei miei compagni arrestato con me e ferito in combattimento fu ucciso lungo la strada. Io fui incarcerato a Varese, con la bella prospettiva di essere fucilato la mattina dopo.

INTERVISTATORE – Come mai invece sei qui?
SAMUELE – Appena seppero chi veramente ero ebbero maggiore interesse a torturarmi e interrogarmi per farmi dire nomi di altri compagni, per questo solo fu sospesa la fucilazione.

INTERVISTATORE – Che torture ti hanno fatto?
SAMUELE – Cominciarono a colpirmi al capo con catene e lucchetti, poi presero a colpirmi con le serie, a darmi calci nello stomaco e strapparmi i capelli. La tortura peggiore era quella di sdraiarmi, appoggiandomi sulla schiena, su un tavolino e piegandomi sino a raggiungere con le mani e con i piedi il pavimento. Tutto questo completato da robuste vergate in tutte le parti del corpo. Ma tutto fu inutile perché io non dissi parola che potesse compromettere i miei compagni. Anzi temendo di non poter resistere chiesi più volte di essere fucilato.

INTERVISTATORE – Sei stato veramente in gamba. Ma dimmi una ultima cosa, il 25 Aprile dove eri?
SAMUELE – Ero detenuto con ostaggio al carcere di San Vittore dove mi avevano trasferito da Varese. In carcere si era già organizzata la Brigata San Vittore, con la quale partecipai al comando di un plotone all’insurrezione nel carcere stesso contro i tedeschi e i fascisti.

INTERVISTATORE – Ringrazio caro Sandro anche a nome degli ascoltatori. Vuoi dire ancora qualcosa?
SAMUELE – rivolgo il mio pensiero a tutti i compagni caduti, saluto la famiglia Lovati di Legnano che mi ha salvato più di una volta, i fratelli Venegoni e tutti i compagni della valle Olona

Redazione
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Pubblicato il 12 Dicembre 2020
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