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Amga nel “salvataggio” di Accam divide i candidati alle elezioni di Legnano

L'ipotesi di un intervento di Amga per "salvare" e rilanciare Accam creando un ciclo integrato dei rifiuti divide i candidati alle elezioni di Legnano

inceneritore borsano accam

Pochi mesi di tempo per decidere – per l’ennesima volta – il futuro di Accam. E un’idea che si fa sempre più strada: l’intervento di altre partecipate del territorio con il duplice obiettivo di “salvare” l’inceneritore di Borsano, che ha ormai un bisogno quasi disperato di un cambio di passo a livello strutturale e di un piano di rilancio, e di creare un ciclo integrato dei rifiuti. È qui entrano in gioco realtà come la legnanese Amga e la bustocca Agesp, che potrebbero giocare un ruolo fondamentale tanto come partner industriali quanto per il risanamento di Accam.

Che l’inceneritore di Borsano stia entrando sempre più prepotentemente nei pensieri di Amga è più che un’indiscrezione, tanto che la questione ieri, martedì 8 settembre, è approdata sul tavolo del coordinamento soci della partecipata. Ma i due soci di maggioranza della società di via per Busto Arsizio, ovvero Legnano e Parabiago, tra dieci giorni torneranno alle urne per scegliere il nuovo sindaco, con la Città del Carroccio che peraltro arriva ad elezioni dopo un anno e mezzo di commissariamento e di vicende giudiziarie che hanno visto suo malgrado proprio Amga nell’occhio del ciclone. Scelte cruciali come l’apparentamento con Accam e le ipoteche che gettano sul futuro, quindi, sono entrate prepotentemente anche nella campagna elettorale.

BERTOLINI: «ACCAM PUÒ SALVARSI SOLO CAMBIANDO» – Il punto di partenza per la Sinistra è un cambio di mentalità che tenda al “rifiuto zero” e al riutilizzo, con l’inceneritore di Borsano che per sopravvivere deve trasformarsi in qualcosa di diverso da ciò che è attualmente. «Ci preoccupano le notizie che provengono da Accam e dell’accelerazione per una soluzione di “salvataggio” dell’inceneritore accollandone i costi, attraverso Amga, ai cittadini e prolungandone ulteriormente l’agonia – sottolinea la candidata, Lucia Bertolini -. Il tema dei rifiuti va affrontato partendo dal principio che l’idea stessa di “rifiuto” non è più accettabile: un’economia veramente “circolare” dovrebbe tendere a rifiuti zero e al riutilizzo delle materie prime. E salvaguardare l’ambiente e la salute delle persone. Riduzione dei rifiuti, riuso e riciclo devono diventare le linee guida: Accam può sopravvivere se recupera il suo carattere pubblico e diventa una cosa diversa da ciò che ora è, non se persegue un impossibile obiettivo di continuare su una strada che si rivela ogni giorno più sbagliata».

BRUMANA: «AMGA RISCHIA PERDITE RILEVANTI» – Per Franco Brumana, candidato civico sostenuto da Legnano Cambia e Movimento per Legnano, ogni decisione va rimandata alla nuova amministrazione. «L’operazione proposta da Accam appare decisamente ottimistica e comunque necessiterebbe di versamenti molto consistenti di Amga e di garanzie di questa società alle banche che elargirebbero finanziamenti di molti milioni di euro – spiega Brumana -. Amga quindi si troverebbe esposta al rischio di subire perdite molto rilevanti che ricadrebbero sul Comune di Legnano e quindi sui cittadini. Questa operazione straordinaria così delicata dal punto di vista politico, etico e ambientale e così rischiosa, non può essere approvata da chi dirige Amga senza il consenso dei soci e in particolare del Comune di Legnano, socio di maggioranza assoluto. Il Comune di Legnano e il Comune di Parabiago, altro socio di notevole importanza, rinnoveranno le proprie amministrazioni con le imminenti elezioni. È quindi doveroso che Amga sospenda ogni decisione e non assuma nemmeno responsabilità precontrattuali nei confronti di Accam finché le nuove amministrazioni di Legnano e Parabiago non avranno potuto esaminare a fondo la questione e valutare il reale interesse dei loro cittadini al salvataggio di Accam. Nel frattempo sarebbe opportuno che i candidati sindaci ricevano i documenti e le informazioni riguardanti l’operazione prospettata».

COLOMBO: «L’INCENERITORE DEVE CHIUDERE» – Nessuna possibilità di salvare l’inceneritore di Borsano per Franco Colombo, candidato dell’omonima lista. «Accam nasce su un terreno del Comune di Busto Arsizio – ribadisce l’ex assessore -: in questi anni sono state versate somme ingenti per l’occupazione di suolo e per il mantenimento di questo inceneritore che oggi appare un “dinosauro” tenuto in vita artificiosamente, e adesso si chiede un nuovo sforzo di programmazione entro la fine dell’anno. Accam è entrato anche nell’inchiesta “Mensa dei poveri” per i maldestri tentativi di salvarne i bilanci che non funzionavano in alcun modo. Utilizzando anche Amga, di cui Legnano è per il 65% proprietaria con l’effetto che i debiti di Amga ricadono per il 65% sui cittadini legnanesi, si chiede di sanarlo entro la fine dell’anno: è una follia. Bisogna mettersi ad un tavolo, studiare alternative e programmare la chiusura definitiva di questo inceneritore vecchio, irrecuperabile e che inquina l’ambiente senza possibilità di controllo. Sono già stati fatti degli studi e non ci sono possibilità economicamente valide di salvare un impianto ormai troppo vecchio come Accam, anche se c’è interessi di molti a tenerlo aperto. A noi però interessano la salute e l’economia di Legnano, per le quali è necessario studiare un piano per chiudere definitivamente l’inceneritore.

RADICE: «NO A SOLUZIONI PER “TIRARE AVANTI”» – Anche il candidato del centrosinistra, Lorenzo Radice, chiede di «sospendere ogni decisione su Accam fino a che Legnano non avrà un sindaco democraticamente eletto dai cittadini, che possa valutare le proposte formulate dal CdA societario e informarne i legnanesi». «Da quanto trapelato sulla stampa per Accam si parla, ancora una volta, di fusioni tra le aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti, quindi Amga-Ala per Legnano, di partner industriali, di risanamento – aggiunge Radice -. A queste soluzioni per “tirare avanti” noi diciamo no. Il punto vero è che situazioni di crisi come quella di Accam non si affrontano con soluzioni di natura societaria o finanziaria. Il vero problema è: a cosa serve Accam e come vogliamo gestire i nostri rifiuti nei prossimi anni in una logica di sostenibilità complessiva. Noi siamo fermamente convinti che, nell’ambito di una vera politica che tenda alla gestione integrata del ciclo dei rifiuti, i Comuni soci abbiano, come dovere prioritario, di promuovere la loro riduzione e l’aumento della percentuale di recupero e riciclo. Quindi l’incenerimento dei rifiuti, che purtroppo è ancora necessario, deve essere l’ultima ratio e non una scappatoia di comodo per evitare di affrontare in maniera seria e responsabile il problema. Soltanto con un drastico cambio di rotta Accam potrà essere ancora una risorsa per il nostro territorio».

RIGAMONTI: «ACCAM VA CHIUSO NEL MINOR TEMPO POSSIBILE» – Il Movimento 5 Stelle mette sul tavolo tutti i problemi di Accam, dalla situazione debitoria al piano industriale «che fa acqua da tutte le parti», dall’inchiesta “Mensa dei Poveri” alle carenze di manutenzione, passando per la convenzione relativa al terreno su cui sorge l’impianto. Senza contare il forte indebitamento necessario per tenere in vita l’impianto, che fa dire ai pentastellati che sarebbe «una follia pensare di mettere soldi per un impianto del genere». «Dovrebbe essere il prossimo sindaco a decidere, una volta per tutte, se davvero l’inceneritore è una risorsa per il territorio o diversamente, come ormai è ampiamente dimostrato, un “ferro vecchio” da smaltire e quindi programmare per la città un diverso ciclo del rifiuto in una prospettiva maggiormente sostenibile e tecnologicamente avanzata – è la posizione del candidato, Simone Rigamonti -. Per noi Accam deve chiudere nel minor tempo possibile cercando di evitare una procedura fallimentare. Per fare questo servirà interloquire con la società Accam, con tutti i comuni soci del territorio e anche con Amga che con la sua la società ambientale del gruppo è complementare alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Ma la nostra sarà una interlocuzione decisa e chiara. Insieme a tutti i comuni soci Accam che negli anni hanno dimostrato questa volontà torneremo a far sentire la voce di Legnano per arrivare alla chiusura».

ROGORA: «SFRUTTARE L’EMERGENZA PER SCELTE DIVERSE» – Per Alessandro Rogora, candidato di Europa Verde, il momento di emergenza che vive l’inceneritore va sfruttate per introdurre nuove politiche di trattamento dei rifiuti. «Tutte le politiche sui rifiuti si sono concentrate sulle azioni di riciclo di parte del rifiuto senza minimamente concentrarsi sulla produzione e l’emergenza rifiuti si è rapidamente trasformata in un busin. ess – sottolinea Rogora -. Come Verdi crediamo si debba intervenire sulla riduzione nella produzione dei rifiuti. Solo la drastica e crescente riduzione, accoppiata alle più moderne tecnologie di trattamento può dare una risposta al problema dei rifiuti. Crediamo che trattamenti locali di compostaggio possano essere preferibili a un super impianto centralizzato anche per gli effetti ambientali legati alla movimentazione delle merci e siamo contrari che il trattamento dei rifiuti possa diventare una forma di business in cui la ricerca del guadagno possa entrare in conflitto con la qualità e il controllo del processo. La gestione del termovalorizzatore ACCAM ha spesso utilizzato la situazione di emergenza per procrastinare il funzionamento di un impianto ormai obsoleto senza che venissero avviati parallelamente i necessari interventi di adeguamento/sostituzione; non pensiamo sia opportuno utilizzare l’emergenza per fare scelte che vincolino la politica di trattamento dei rifiuti per i prossimi decenni».

TOIA: «LASCIAMO AL NUOVO SINDACO OGNI DECISIONE» – Il pensiero di Carolina Toia, candidata del centrodestra, è stato manifestato questa sera, durante l’incontro organizzato dal Gruppo Quartiere San Paolo.In realtà, non c’è stato un giudizio diretto e personale sulla vicenda, quanto piuttosto un invito: «Ormai, siamo a pochi giorni dalle elezioni e di conseguenza mi sembra inopportuno prendere una posizione adesso. Sono d’accordo con Radice e, quindi, aspetterei che si insedi il nuovo sindaco. Che sia lui a prendere la decisione più opportuna».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 09 Settembre 2020
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