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Peppino, il “barbaresco” di Canapino: “Io e lui come fratelli”

Prosegue il viaggio nel Palio di Legnano - Il quarto racconto ha come protagonista Giuseppe Colombo della contrada San Bernardino.

Prosegue il viaggio nel Palio di Legnano in vista dell'appuntamento del 2 giugno con le storie raccolte nei manieri di contrada e firmate dalla giovane stagista della testata Varesenews Francesca Cisotto. Il quarto racconto ha come protagonista Giuseppe Colombo della contrada San Bernardino. 


Giuseppe Colombo, per gli amici Peppino, è il contradaiolo di San Bernardino che ha seguito lo storico fantino di Siena Leonardo Viti, detto Canapino II, per tutta la sua carriera.

[pubblicità]  Peppino è entrato a far parte del mondo del Palio di Legnano nel ‘64 e più precisamente nella contrada di San Bernardino, incominciando come palafreniere e successivamente ricoprendo diversi ruoli come sbandieratore, cavaliere, priore e scudiero per poi rivestire, dal ’78, il ruolo di “barbaresco” per il cavallo di Canapino, fino a quando lo storico fantino ha smesso di correre per la contrada.

Dopo essere stato nominato contradaiolo benemerito nel 2016, è diventato anche custode del Castello di Legnano tramite il Comune e il Collegio dei capitani e delle contrade, in cui, ancora oggi, collabora.

Giuseppe con Leonardo Viti, lo storico fantino del Palio di Siena, soprannominato Canapino II, aveva un rapporto che andava oltre la collaborazione nell’ambito della tradizionale sfilata legnanese: «Ho seguito Canapino per più di 30 anni, dal nostro contributo al Palio è nato un vero e proprio rapporto di amicizia; lui si fidava di me. – Ricorda Peppino – Come se fossi stato un fratello, a luglio e ad agosto prendevo sempre le ferie apposta per seguirlo, a Siena, ma anche ad Asti, Abbiategrasso ecc., mi chiamava e partivamo. Canapino, per me, non è morto, c’è ancora, lo sento ogni volta che parlo coi suoi figli. Mi è rimasto nel cuore e tengo preziosamente tutti i suoi ricordi».

Sono tanti gli anni ormai in cui Peppino si dà da fare nella grande famiglia del Palio, ma pare non siano abbastanza: «In un modo o nell’altro, sono sempre nell’ambiente: con i cavalli, con i veterinari e con tutto il mondo che sta dietro alla sfilata storica, momento culminante di tutte le manifestazioni. – Racconta lo storico contradaiolo – Ho iniziato da ragazzino e non mi stancherò mai di esserci».

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Pubblicato il 28 Maggio 2019
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