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Pizza take way sul posto di lavoro, l’azienda risponde al sindacato: “Accuse diffamatorie e fuorvianti”

Il Gruppo La Villa che gestisce la Rsa di Parabiago ha risposto alle accuse del sindacato affermando che la lavoratrice «ha abbandonato il posto di lavoro» per una pizza comandata solo «ad un'ora dalla fine del turno da 7 ore»

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Una pizza take way comandata durante il turno di lavoro ha fatto scoppiare la polemica a Parabiago. Ad accendere la miccia è stato Fausto Sartorato del sindacato di Base ADL che in questi giorni è tornato a puntare il dito contro il Gruppo La Villa che gestisce la Rsa di Parabiago. Il sindacalista ha segnalato un addebito disciplinare «ingiusto» dato ad una lavoratrice che «non ha mai avuto alcuna contestazione in tanti anni di lavoro», la quale si è fatta consegnare una pizza in struttura «usufruendo di quei 10 minuti di pausa per poterla consumare». Una motivazione che il Gruppo La Villa ha subito smentito spiegando che in realtà l’accusa è di «abbandono del luogo di lavoro», oltre al fatto che la lavoratrice ha consumato la pizza quasi a fine turno, in quanto «sarebbe rientrata a casa solo dopo un’ora. A seguito di un turno complessivo di 7 ore».

Il Gruppo fiorentino, ente gestore di 28 residenze per anziani e categorie fragili, tra cui Rsa/Rsd Leopardi di Villastanza di Parabiago, venerdì 11 novembre, ha spiegato la sua posizione. «Precisiamo che la possibilità di consumare uno snack o di fermarsi per fumare non è mai stata contestata dalla Villa srl, pur avendo titolo a farlo – si legge nella nota firmata dal Gruppo -. Le pause infatti spettano unicamente al lavoratore che ha un turno superiore a 6 h, nella misura di 10 minuti e laddove siano superiori il datore di lavoro avrebbe titolo a trattenere l’importo dalla retribuzione». Secondo l’azienda la questione non riguarda il consentire o meno ai lavoratori di consumare qualcosa di veloce come un panino «cosa che abitualmente fanno tutti», ma di un caso di «abbandono del luogo di lavoro peraltro un reparto dedicato ad ospiti in stato vegetativo che necessitano di sorveglianza in quanto – in caso di malessere – non possono chiamare aiuto, ma deve essere l’operatore a rilevare la necessità di intervento – per andare a ritirare una pizza, ordinata tramite apposito servizio di consegna a domicilio e di consumarla in reparto. Azione questa che certo non può farsi in10 minuti e che comporta più di un’infrazione alle disposizioni di contratto collettivo. Ma più di tutto, comporta l’aver abbandonato la propria attività e lasciato soli ospiti fragili oltre all’aver permesso ad un esterno di accedere alla Rsa senza curarsi di verificarne il green pass o ancora di essersi recata in altro reparto a prelevare cibo dal carrello degli ospiti per portarlo nel proprio reparto, disattendendo il regolamento aziendale».

Infrazioni ritenute dal Gruppo estremamente gravi tanto da essere «qualificate dal CCNL applicato dalla Villa srl come giusta causa di licenziamento». Il dipendente però ha ricevuto solo una «sanzione conservativa, non ancora applicata, in quanto il lavoratore – che ha avuto modo di esercitare il proprio diritto di difesa tramite audizione sindacale (di cui è stato fatto un verbale sottoscritto anche dal sindacato che afferma, invece, che la Villa srl non ha dato “diritto alla difesa”) – non ha mai ricevuto ulteriori provvedimenti disciplinari. Inoltre, il sindacato ha altresì omesso di precisare che la sanzione non è stata applicata perché il lavoratore ha un ulteriore diritto di difesa, previsto dalla legge all’articolo 7 della L.300/70, ovvero impugnare il provvedimento davanti ad apposita commissione di conciliazione nella sede territorialmente competente dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. Al momento non si è avuta comunicazione di nessuna impugnazione fatta dal sindacato a tutela del lavoratore».

Sul fronte pause per pranzo e cena il gruppo ha spiegato «non sono mai state chieste dalle organizzazioni sindacali né dai lavoratori, con tutta probabilità in quanto comporterebbero una maggiore permanenza sul luogo di lavoro, a discapito della vita personale. Peraltro, è noto alla generalità dei lavoratori come le pause per la consumazione del pranzo o della cena siano non retribuite. Ricordiamo infatti che la normativa vigente prevede che le pause di durata superiore a 10 minuti non sono retribuite. La Villa srl non ha mai trattenuto importi dalla retribuzione né contestato ai lavoratori della RSA/RSD Leopardi il fatto di essersi fermati dall’attività lavorative per riposarsi, fumare o consumare uno snack. Ovviamente, in queste ipotesi, i lavoratori possono interrompere l’attività lavorativa dovendo tenere in considerazione le esigenze aziendali e assicurando l’attività di cura e sorveglianza agli ospiti della struttura. Ci dissociamo categoricamente da quanto espresso da Adl che troviamo non veritiero, diffamatorio e fuorviante. Ricordiamo, infine, che il nostro lavoro, la nostra mission, è assistere gli ospiti che scelgono le nostre strutture come luoghi di vita, prendersi cura di loro. L’attività di cura deve svolgersi garantendo anche i diritti dei lavoratori, che sono sempre rispettati. Ciò che sfugge ad ADL Varese è che i lavoratori hanno non solo diritti ma anche doveri, il primo dei quali fare l’attività per la quale sono retribuiti e occuparsi degli ospiti fragili affidati alle loro cure».

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Pubblicato il 11 Novembre 2022
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