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La parrocchia della diocesi di Milano che sostiene i no Green pass. “Pandemia pressoché inesistente”

Nella parrocchia di Vanzaghello, retta da don Armando Bosani, il giornale Il Mantice rilancia posizioni contro il Green pass e "il superpotere che lo Stato si attribuisce". E si prega in chiesa per "i manifestanti delle piazze d'Italia"

green pass

Le manifestazioni no Green Pass sono espressione del «disagio per il superpotere che lo Stato si attribuisce con la scusa di proteggerci da una pandemia ormai pressoché inesistente». Una mobilitazione da sostenere contro «un nuovo autoritarismo sanitario, sociale e politico che interviene a bloccare la vita sociale e ad esercitare un controllo sui movimenti, sulle azioni e sulle coscienze degli individui».

L’appello alla mobilitazione viene non da un sito minoritario, ma direttamente dal giornale di una parrocchia della Diocesi di Milano, quella di Vanzaghello, paese di 5mila abitanti vicino a Malpensa.

Il bollettino parrochiale si chiama “Il mantice” ed è ormai da anni al centro di ricorrenti polemiche, insieme al suo autore principale, don Armando Bosani, dal lontano 1996 alla guida della parrocchia, noto per posizioni molto drastiche contro la sinistra, i diritti civili, il femminismo, l’Islam.

Sul Mantice trovano in realtà spazio, più che articoli originali, una serie di contributi ripresi in particolare da movimenti e siti del cattolicesimo ultraconservatore. Come nel caso, appunto, dell’articolo sui “fatti di Trieste”, vale a dire la mobilitazione permanente da alcune settimane contro il Green pass: il Mantice rilancia infatti un articolo dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân che prende il nome da un vescovo sudvietnamita perseguitato ma ha sede – appunto- a Trieste.

L’articolo sottolinea «la sproporzione degli interventi delle forze dell’ordine, la demonizzazione di chi non vuole sottomettersi all’ingresso dello Stato nelle coscienze in campo sanitario ed etico, la determinazione del sistema politico a costringere, anche tramite ricatto, ad una vaccinazione dai molti aspetti problematici che solo la coscienza personale può valutare». Le norme anticontagio e per le vaccinazioni diventano «forme di decomposizione della nostra vita sociale».

Non è la prima volta che la polemica politica del bollettino parrocchiale si avvicina a posizioni no vax, considerato un capitolo della lotta contro il pensiero unico che il Mantice vede incarnato nelle posizioni progressiste (più o meno ridotte a «comunismo»), in quelle liberali, nel femminismo, nella “dittatura” delle elite, «un “fascio” di gente (poca) ma estremamente potente, che detta le regole del mondo, per citare un articolo dell’ultimo numero.

Nell’uscita di domenica 24 ottobre 2021 c’è spazio per lo spettro del comunismo tra Romania e Spagna («sembrerà come se il comunismo abbia invaso il mondo intero» , citando una apparizione mariana durante il franchismo), per una profezia di trionfo dell’Islam in Francia, per la notizia trionfante della «legge che in Texas vieta lo sport femminile agli atleti “transgender”», interpretata come primo passo della controffensiva contro il mondialismo e il movimento Lgbtq.

In tutto questo la stessa comunità cattolica è un po’ spaesata, tanto che in passato era stata proposta anche una petizione per chiedere non una censura, ma toni più civili dal bollettino parrocchiale (in cui le notizie veramente parrocchiali sono ridotte a un paio di paginette). Qualcuno è “migrato” altrove, a prender messa in paesi vicini o a Busto Arsizio. D’altra parte una buona parte del paese – una parte della politica in prima fila – difende il pastore in modo convinto.

Tornando alla mobilitazione contro il Green pass, sembrerebbe anche più ampia del solo Mantice: nel gruppo parrocchiale è comparsa persino la chiamata al rosario nella chiesa di San Rocco a sostegno del fronte della protesta: «Portiamo il nostro supporto ai manifestanti delle varie piazze d’Italia con la preghiera» il messaggio lanciato da una parrocchiana molto attiva sul fronte no vax. Un messaggio che suona normale, a Vanzaghello.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 26 Ottobre 2021
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