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Vaccini antinfluenzali, 70 sindaci scrivono alla Regione: «È un caos, serve chiarezza»

Tra chi ha sottoscritto la lettera anche i sindaci di Arese, Bollate, Canegrate, Dairago, Legnano, Rescaldina, Pero, Pregnana Milanese, Rho, Vanzago e Villa Cortese

Vaccino anti influenzale

Ritardi, difficoltà nelle prenotazioni, penuria di medici e soprattuto di dosi di vaccino: settanta sindaci lombardi hanno deciso di mettere nero su bianco il «caos della campagna vaccinale» antinfluenzale e hanno chiesto chiarezza al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e all’assessore al welfare, Giulio Gallera. Tra loro anche i primi cittadini di Arese, Bollate, Canegrate, Dairago, Legnano, Rescaldina, Pero, Pregnana Milanese, Rho, Vanzago e Villa Cortese.

«Non solo la campagna vaccinale – impostata dalla Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia ma poi scaricata in toto sull’ATS – non è partita ad inizio ottobre – scrivono i sindaci -, ma risulta essere incredibilmente in ritardo, avendo, a distanza di un mese, coinvolto una infinitesima porzione dei possibili destinatari». E anche al netto dei ritardi, i primi cittadini sono preoccupati che per «lacune, anche organizzative», che hanno toccato con mano, e rischiano di ridurre il numero dei vaccinati , con il rischio di aggravare l’emergenza sanitaria e di aumentare la pressione sugli ospedali. «Da un confronto con i medici di medicina generale e suffragati dalle ultime comunicazioni pubbliche dell’Ordine dei Medici – aggiungono infatti i firmatari della lettera -, abbiamo verificato che tali figure dispongono al momento di 50 dosi al massimo di vaccino, neanche sufficienti per le categorie dei pazienti cosiddetti “superfragili”, a fronte di richieste mediamente di 400-500 dosi a testa. Gli stessi non hanno inoltre certezze rispetto alle forniture delle successive dosi, rendendo impossibile una pianificazione adeguate delle attività connesse e una gestione ordinata dei pazienti».

Non solo: i sindaci sottolineano anche che a causa della «penuria dei medici, aggravata dai tanti pensionamenti senza sostituzione dell’ultimo periodo e dall’indisponibilità di alcuni di loro, diversi cittadini non hanno la possibilità di vaccinarsi se non nelle sedute nelle sedi vaccinali dell’ASST o in sedi esterne, individuate con la collaborazione degli enti locali. A questo proposito, nel corso degli scorsi mesi, noi sindaci abbiamo condiviso con l’ATS Città di Milano la necessità di favorire una campagna il più capillare possibile ed abbiamo risposto mettendo a disposizione nei nostri territori numerosi spazi di proprietà comunale. Siamo rimasti profondamente delusi nell’apprendere che i calendari vaccinali risultano estremamente risicati e che è decisamente limitato il coinvolgimento delle sedi proposte da noi sindaci. Il risultato di tale carente organizzazione è che molti cittadini non riusciranno a fissare un appuntamento e possiamo già certificare che, nel ristretto novero di chi è riuscito a prenotare, a diversi sono stati prospettati spostamenti notevoli, in alcuni casi addirittura in sedi fuori dalla Città Metropolitana. Ci preme insistere su questo aspetto perché stiamo parlando di un’utenza anziana, spesso impossibilitata a muoversi fuori dal comune di residenza e che per questo motivo potrebbe rinunciare alla somministrazione del vaccino antinfluenzale. Chiediamo quindi di riconsiderare la possibilità di estendere la campagna vaccinale alle sedi comunali già individuate e di prevedere ulteriori sedute, proprio per raggiungere la platea più ampia possibile tra i previsti destinatari dell’intervento sanitario».

«Sappiamo infine che la principale causa dei ritardi riscontrati è legata all’approvvigionamento e alle forniture dei vaccini – concludono i sindaci -. Nelle scorse settimane, in risposta ai primi dubbi che abbiamo avanzato rispetto all’avvio della campagna, siamo stati tranquillizzati dalla dirigenza di ATS Milano Città Metropolitana che ci ha riferito che a fronte di 600-650.000 pazienti potenzialmente interessati, verranno messe a disposizione circa 1 milione di dosi, ma in diverse tranche. Su questo chiediamo chiarezza alla Regione. Vogliamo capire innanzitutto se tali stime risultano confermate e quando tali dosi verranno consegnate e saranno quindi messe a disposizione dei medici e delle diverse sedi vaccinali».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 06 Novembre 2020
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